È terminata da poco la riunione con l’Amministrazione sulla nuova regolamentazione del lavoro agile per il periodo luglio/settembre e possiamo tranquillamente affermare che le nostre valutazioni anticipate nel comunicato di questa mattina erano, purtroppo, totalmente fondate.
Il MEF, buttando letteralmente a mare più di due anni di lavoro agile su larga scala i cui livelli di eccellenza in termini di efficacia ed efficienza sono stati riconosciuti in tutte le sedi istituzionali, ha deciso unilateralmente di frenare l’evoluzione organizzativa ed infrastrutturale che ormai sta interessando tutta la Pubblica Amministrazione e che vede i vari Ministeri e la Presidenza del Consiglio dei Ministri attestarsi stabilmente anche per il futuro sugli 8 giorni/mese di lavoro agile per singolo lavoratore.
Una decisione che è un vero e proprio insulto per i lavoratori del MEF che, in questi due anni, si sono messi in gioco andando quotidianamente anche oltre i loro compiti istituzionali ed il proprio orario di lavoro.
Una decisione che appare, inoltre, del tutto illogica visto che nessuna modifica normativa è intervenuta né si hanno notizie di orientamenti o specifiche circolari emanate dal Ministero per la Pubblica Amministrazione.
Un’inversione di tendenza, quindi, non dettata da fattori esterni neanche per ciò che riguarda la pandemia da Covid–19 che proprio nell’ultima settimana vede il numero dei contagi in netta risalita e che determina, incredibilmente, per i lavoratori del MEF una riduzione delle giornate di lavoro agile/mese, la scomparsa delle tutele per le categorie fragili e dell’elasticità della programmazione plurimensile.
E poco importa se si cambiano le regole del gioco alla vigilia del periodo estivo (giustificando assai poco credibilmente l’operazione con l’esigenza del buon datore di lavoro di assicurare la fruizione delle ferie al personale gravato da due anni di superlavoro) con i piani ferie degli uffici già strutturati e con l’organizzazione familiare dei lavoratori già pianificata in base alle regole più favorevoli ancora oggi esistenti.
USB, con un lungo e circostanziato intervento al tavolo negoziale, ha rigettato in toto la proposta dell’amministrazione e, sottolineando che il lavoro agile è ormai una collaudata misura organizzativa che fino ad oggi è risultata perfettamente funzionale alle esigenze degli uffici, ha chiesto la proroga delle regole ad oggi esistenti fino al 30/9.
L’amministrazione si è riservata di rivedere la bozza presentata alla luce di tutte le sollecitazioni fornite nel corso della riunione.
Nonostante le parziali aperture della delegazione di parte pubblica, riteniamo che quanto accaduto oggi rappresenti l’ennesimo episodio che ormai caratterizza una gestione delle relazioni sindacali del tutto inesistente e non più tollerabile.
USB indice lo stato di agitazione di tutto il personale del MEF e si riserva, per i prossimi giorni, ogni iniziativa di mobilitazione dei lavoratori su tutto il territorio nazionale.
Esecutivo USB PI MEF