Nell’ormai lontano novembre 2017, in un nostro comunicato denunciavamo davanti a istituzioni internazionali come la FAO e il Parlamento Europeo, il mancato rispetto dei diritti dei lavoratori in agricoltura. Agricoltura che in Europa si giova di enormi sussidi attraverso la Politica Agricola Comune. Da allora abbiamo lavorato per convincere le parti interessate all’utilizzo dei fondi pubblici in agricoltura a far sì che nella elargizione dei sussidi economici ci fosse il giusto rispetto dei contratti di lavoro dei braccianti.
Abbiamo più volte urlato, inascoltati, che i fondi pubblici non dovevano finire nelle tasche di quei padroni che spesso si sono ritrovati inquisiti dalle autorità giudiziarie per schiavismo, sfruttamento o caporalato. Al nostro fianco soltanto Via Campesina in Europa, e in Italia l’ARI e il Centro Internazionale Crocevia. Evidentemente le nostre ragioni erano troppo forti per passare inosservate anche di fronte ad un Parlamento Europeo condizionato, ricattato, pressato dalle grandi multinazionali dell’agroindustria, dalla GDO, dai proprietari terrieri consapevoli che tale condizionalità sociale li avrebbe costretti a rispettare i braccianti, spesso migranti, che si spaccano la schiena per pochi euro all’ora.
Finalmente il Parlamento Europeo su emendamento della deputata SPD tedesca Maria Noichl ha approvato con 350 voti a favore e 325 contro e 17 astenuti la seguente modifica nella riforma della PAC
“Articolo 11 bis
Principio e campo di applicazione della condizionalità sociale
- Gli Stati membri includono nel proprio piano strategico della PAC un sistema di condizionalità, in virtù del quale è applicata una sanzione amministrativa ai beneficiari che ricevono pagamenti diretti a norma del capo II e del capo III del presente titolo o premi annuali di cui agli articoli 65, 66 e 67, se non rispettano le condizioni di lavoro e di occupazione applicabili e/o gli obblighi del datore di lavoro derivanti da tutti i pertinenti contratti collettivi e dalla legislazione sociale e del diritto del lavoro a livello nazionale, unionale e internazionale.
- Le norme su un sistema efficace e proporzionato di sanzioni amministrative da inserire nel piano strategico della PAC rispettano le disposizioni di cui al titolo IV, capo IV, del regolamento (UE) [RO].
Siamo consapevoli che, come per tante altre leggi e contratti, la difficoltà in Italia sarà di farle applicare, ma in primis vorremo vedere la ministra Bellanova e i presidenti delle regioni direttamente coinvolte da questi provvedimenti spendersi in prima persona per il rispetto delle regole. Con qualche lacrima in meno e qualche controllo in più.
L’USB di sicuro continuerà la battaglia per il miglioramento delle condizioni di vita dei braccianti sfruttati nelle nostre campagne.
Unione Sindacale di Bas - Lavoro Agricolo