Lunedì 6 aprile 2009 è “partita”, in un clima di assoluto autoritarismo e dispotismo, la direzione provinciale di Viterbo. L’amministrazione , a cui più volte avevamo chiesto l’attivazione di un tavolo che chiarisse regole e modalità di comportamento, ha ritenuto, invece, quasi in una sorta di onnipotenza delirante, di poter bastare a se stessa; il Direttore regionale decideva infatti, in spregio a qualsiasi regola di democratico confronto, l’attivazione del suddetto ufficio.
Ovviamente la risposta dei lavoratori non si è fatta attendere e così lunedì mattina, hanno indetto un’ assemblea di tutto il personale; l’assemblea “molto calda” e partecipata ha deciso, dopo ampia discussione, di sintetizzare in una decina di domande la disamina precedentemente elaborata che evidenziava molteplici problemi, tutti derivanti dalla mancata informazione da parte dell’amministrazione nell’attivazione di questa riorganizzazione. È stato chiesto al Direttore regionale:
· di chiarire quali sarebbero state le ricadute professionali e salariali legate alle nuove funzioni;
· di essere informati sulla mobilità forzata che si è attuata nell’ufficio costituito e del perché non si è data la pari opportunità a tutti di concorrere all’assegnazione di incarichi e funzioni;
· di assicurare il mantenimento di tutte le funzioni svolte dagli uffici dell’Agenzia;
· di spiegare le motivazioni e i criteri adottati nella scelta dei dipendenti cui sono stati conferiti incarichi dirigenziali nella neo-costituita direzione provinciale, senza che sia stata adottata alcuna procedura di interpello e con un inspiegabile “spreco” in termini economici, visto che le posizioni dirigenziali da tre sono passate a cinque.
Si è chiesto, in pratica, il perché questa amministrazione abbia voluto intraprendere una strada senza condividere il percorso con coloro i quali questo percorso dovranno effettuarlo, nonostante migliaia di firme siano state apposte sotto una mozione presentata al Direttore regionale in un’assemblea cittadina svoltasi presso la Direzione regionale del Lazio, che chiedeva tutto ciò che poi è emerso dall’assemblea dell’ufficio di Viterbo.
Ovviamente il Direttore regionale prima e il Direttore dell’ufficio poi, non hanno risposto a nessuna di queste domande nonostante abbiano parlato per ore all’assemblea con una consumata abilità da giocolieri ed equilibristi in bilico sul baratro, cercando di convincere i lavoratori sulla bontà di decisioni prese dall’”alto” e dunque non contestabili.
Prendiamo decisamente atto di questo nuovo percorso che l’amministrazione sta prendendo: non svolge più il compito istituzionale di informare e concertare con il personale attraverso i suoi rappresentanti nei tavoli dedicati alle relazioni sindacali, ma partecipa illegittimamente (salvo poi dichiarare a più riprese di essere stato invitato) alle assemblee dei lavoratori cercando di spengere il clima di contestazione dall’interno con la pressione psicologica sui lavoratori che solo un Direttore regionale può avere! Richiamiamo il Direttore regionale ad un comportamento istituzionalmente più corretto, teso ad informare i lavoratori attraverso convocazioni ufficiali e non vagabondando nel Lazio in assemblee del personale.
Speriamo almeno che il dissenso manifestato al Direttore lo porti a riflettere sulle scellerate scelte adottate in un momento così critico per il paese, (o sono scelte proprio per il momento critico del paese?) perché noi siamo disposti ad andare fino in fondo, fino a riappropriarci della dignità e del rispetto che come lavoratori e cittadini ci competono.