Sempre peggio... Nell’ultima settimana dello scorso mese di aprile la sala video conferenze dell’INAIL in piazzale Pastore è stata due volte teatro di nefandezze dapprima (il 22 aprile) in occasione della presentazione ufficiale ad una platea peraltro esigua del costituendo Fondo SIRIO e successivamente (30 aprile) per la riunione dei direttivi congiunti della Trimurti sulle nuove regole da codificare. E’ stata certo l’occasione per rivedere personaggi ormai mummificati, come gli ex segretari nazionali INPS di CISL (Giorgio Allegrini) e UIL (Adriano Petricca), che ora siedono nel Consiglio di Amministrazione del Fondo e anziché difendere il welfare propagandano impudentemente la nuova previdenza complementare. Tutto ciò senza tenere minimamente conto del fatto che i Fondi sponsorizzati in precedenza (ESPERO nella Scuola, COMETA nel settore metalmeccanico, infine PERSEO nella Sanità e negli Enti Locali) sono miseramente falliti. E non poteva essere altrimenti. Perché legare anche solo una parte della propria liquidazione all’andamento dei mercati finanziari internazionali, con investimenti a rischio e dal rendimento comunque non prevedibile, oggi come oggi è decisamente folle. E’ stata pure l’occasione per rammentare come i due segretari generali di CISL e UIL (Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti) veri e propri sepolcri imbiancati, oggi percepiscano una pensione rispettivamente di 7.000 e di 5.000 euro al mese, riservando alle future generazioni un sistema di calcolo naturalmente diverso. Insomma il cosiddetto sindacato “co.co.co.” (laddove questa sigla co.co.co. sta per concertativo, collaborazionista e complice) era presente, neppure riciclato, pronto a dare il suo contributo nello smantellamento del sistema previdenziale. Per non parlare dei padri della cosiddetta riforma, da Lamberto Dini a Giuliano Amato, i cui assegni pensionistici ammontano rispettivamente a ben 40.000 e 31.000 euro al mese, entrambi comprensivi del vitalizio come ex parlamentare. Nel successivo appuntamento di fine mese si sono invece riuniti nell’auditorium i direttivi congiunti della Santa Alleanza allo scopo di raggiungere un minimo di accordo sulla piattaforma comune, riguardante la rappresentanza sindacale e il diritto di sciopero, alla base di un’intesa ormai imminente con la Confindustria. Superato l’iniziale sconforto, relativo al fatto che la mitica CGIL ha già deciso di tornare all’ovile in compagnia dei sepolcri imbiancati, il top della riunione lo si è raggiunto in occasione della incredibile espulsione di alcuni delegati presenti, portati letteralmente di peso fuori della sala, perché rei di obiezioni e dissenso sulla nuova rappresentanza, che fissa preventivamente chi ha diritto e chi no. Anche stavolta, il blitz all’esterno della USB è servito a rendere ineludibilmente manifeste queste storture, a denunciare pubblicamente i malcelati interessi di parte e a dialogare con i cittadini, per la difesa di tutte le libertà democratiche, a cominciare da quelle più elementari, attaccate ancora e senza ritegno alcuno. Perché non è vero che il Sindacato non serve come qualcuno ha interesse a far credere, ma è sicuramente vero che quei sindacati che pensano ancora oggi di sopravvivere continuando ad accettare “le compatibilità ed i vincoli economici” degli ultimi 30 anni non servono più a niente e a nessuno. Neanche a sé stessi.
Inps Lazio