Che l’amministrazione non avesse particolare considerazione del personale era fatto noto, ma francamente, finora, non era mai successo in nessun ufficio delle entrate che addirittura l’Amministrazione si spingesse fino al punto di bloccare il pagamento delle somme del 2008 (si tratta, lordo dipendente, di complessivi 1.021.000 euro) a tutto il personale, provando a sottrarre la trattativa alla sua sede naturale (tavolo locale, con RSU e rappresentanti sindacali territoriali) e cercando di spostarla al tavolo nazionale. Mentre in tutti gli altri uffici dell’Agenzia si è già pagato tutto il dovuto…
Oggetto del contendere, naturalmente, la “famigerata” questione dell’Audit, ovvero una quota del residuo del fondo di sede che l’ amministrazione, senza fornire alcuna plausibile motivazione, vorrebbe destinare soltanto ad una parte del personale della D.C Audit: in soldoni, una sessantina di colleghi, scelti arbitrariamente all’interno della DC Audit, percepirebbero oltre il doppio rispetto a tutta la restante parte del personale.
Ma perché tanta ostinazione da parte dell’Amministrazione nel voler corrispondere un extra ad una parte del personale Audit? Non era l’attività di contrasto all’evasione la principale mission dell’agenzia? O forse in questo momento in cui la crisi morde e colpisce soprattutto i lavoratori pubblici, è meglio puntare sulle attività di controllo del personale piuttosto che sul controllo degli evasori?
Lasciamo ai lettori la risposta a questo inquietante interrogativo…
Per quanto ci riguarda, non si tratta affatto, naturalmente, di assumere una posizione contro il personale della D.C. Audit.
Al contrario, riteniamo che questa proposta va rifiutata anche a TUTELA SPECIFICA DEI LAVORATORI DELL’AUDIT. Se accettassimo questo ricatto, infatti, saremmo responsabili di dare in mano alla dirigenza uno strumento di gestione arbitraria del personale, consentendo l’introduzione di incomprensibili differenziazioni nell’attribuzione delle somme.
Se poi pensiamo che le nostre retribuzioni ed i nostri diritti sono già oggetto di un pesante attacco da parte della manovra finanziaria del governo, l’ostinazione dell’amministrazione ci appare ancor più inaccettabile.
Fatto sta che l’amministrazione si è presentata all’incontro del 6 luglio, ponendo alla RSU e a tutte le OO.SS territoriali, un ultimatum inaccettabile: o firmate questa proposta di accordo (comprensivo appunto dell’attribuzione di una quota del residuo del fondo di sede soltanto al personale audit) oppure chiudiamo la trattativa a livello locale e la spostiamo sul tavolo nazionale.
Una trattativa che, è bene dirlo, è stata viziata sin dall’inizio dall’atteggiamento pregiudiziale dell’amministrazione che da subito si è presentata al tavolo ponendo come condizione imprescindibile la questione Audit.
Ci chiediamo, allora, se può ancora definirsi trattativa quella in cui l’ amministrazione pone una condizione a cui la RSU dovrebbe semplicemente piegarsi. O forse il processo di modernizzazione della P.A, tanto caro alla propaganda governativa, considera la trattativa un attrezzo preistorico da sostituire con più moderni diktat ai quali semplicemente uniformarsi?
Non vorremmo che il modello Pomigliano (prendere o lasciare) cominciasse a permeare anche nelle intenzioni dei vertici di questa Agenzia… Eppure la volontà espressa dal personale nella raccolta firme, ed in ben tre assemblee, avrebbe dovuto far scendere l’amministrazione a ben più miti consigli…
Noi vogliamo che il fondo di sede 2008 sia oggetto di trattativa, l’amministrazione preferisce, invece, procedere per ricatti e ultimatum.
Ma deve essere ben chiaro che con la decisione di chiudere la trattativa a livello locale e spostarla sul tavolo nazionale, l’amministrazione si assume la responsabilità di bloccare il pagamento di tutto il personale e, quindi, di sfidare apertamente i lavoratori, la RSU e le OO.SS territoriali.
La partita, però, è ancora apertissima e noi dobbiamo essere all’altezza di questa sfida creando le condizioni perché l’amministrazione faccia dietrofront sulla questione Audit e la trattativa torni a livello locale. Perché, se è vero che l’amministrazione può richiedere di spostare la trattativa al tavolo nazionale, questo “gioco” salta se i sindacati rappresentativi a livello nazionale non l’ accettano e anzi rimandano la questione al tavolo locale.
Questo è possibile se l’azione che metteremo in campo come RSU e OO.SS sarà accompagnata da una massiccia partecipazione del personale.
Questo è possibile se tutti insieme (personale e parte sindacale) avremo la capacità di alzare la testa per dare una risposta chiara e precisa all’intollerabile arroganza di questa amministrazione.
PERCHE I NOSTRI SOLDI E LA NOSTRA DIGNITA’ NON SONO E NON DEVONO ESSERE RICATTABILI….