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Lazio

LE STAMPELLE DELLO ZAR PIETRO

Roma,

Comunicato n. 17/08

 

Passato il primo grosso momento di sconcerto per quel che CGIL e CISL sono riuscite a  combinare esattamente una settimana fa spaccando senza problemi di sorta il fronte unitario dei lavoratori, bisogna prendere atto della situazione. Calma e gesso, dunque.

In un laconico comunicato di sole 8 righe otto, CGIL e CISL cercano in qualche modo di giustificare il loro comportamento (la firma di un verbale senza alcuna convocazione in merito), glissando peraltro sui contenuti dello stesso e arrampicandosi sugli specchi.

Non si preoccupano infatti minimamente di aver ridato fiato e “credibilità” con il loro  gesto al direttore regionale, per giunta in un momento particolarmente delicato.       

Sembrano in tutt’altre faccende misteriosamente affaccendati. Da sempre. Ma il top lo raggiungono quando “ritengono con questo incontro di aver onorato gli impegni presi”.

 

Ebbene, ritenete male:

 

·        perché la situazione del Lazio non è cambiata

·        perché i problemi non sono stati risolti e neppure avviati a soluzione

·        perché l’incentivo a fine maggio risulta ancora decurtato

·        perché sulle selezioni interne non c’è stata nessuna trattativa

·        perché i report erano già stati inviati da tempo in DG

·        perché il fronte unitario è stato frantumato guarda caso proprio l’ultimo giorno

·        perché ora l’immagine traballante di Corasaniti ne esce rafforzata

·        perché l’organizzazione delle Sedi e delle Agenzie del Lazio resta quella che è anzi, nei primi mesi di quest’anno, può dirsi peggiorata.

 

Bastano come perché?  O ritenete ancora di aver onorato gli impegni presi?

In questo panorama veramente squallido, si è subito inserita l’amministrazione centrale comunicando sia pure ufficiosamente che, a causa dell’accordo siglato da CGIL e CISL, il Lazio con ogni probabilità non sarà convocato sul tavolo nazionale per discutere delle selezioni interne. Quello che poi chiedevamo tutti unitariamente in date 31.3 e 22.4.

Il dato confortante viene, ancora una volta, dai Lavoratori delle Sedi e delle Agenzie. E non poteva essere altrimenti.

Da Frosinone a Colleferro, da Rieti a Viterbo, per citare solo gli ultimi esempi in ordine di tempo, giungono quotidianamente dal territorio comunicati unitari preparati proprio nelle stesse ore in cui si perpetrava l’incredibile voltafaccia (cfr. documenti allegati).

Mentre i vertici regionali di CGIL e CISL rompono l’unità sindacale relegandosi al ruolo di stampelle del direttore regionale, la base della piramide mostra di essere unita.

E dà loro una memorabile lezione di stile.

 

Coordinamento Regionale RdB-CUB INPS Lazio