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Sedi USb Università di Bari

LE VERITA' VERE DELL'AMMINISTRAZIONE DELL'UNIVERSITA' DI BARI

Bari,

LE VERITA’ VERE

DELL’AMMINISTRAZIONE DELL’UNIVERSITA’ DI BAR

PREMESSA.

La situazione finanziaria al limite della chiusura in cui versano molti atenei italiani è la diretta conseguenza dei tagli attuati sia dal governo Berlusconi che da quelli di centro-destra e di centro-sinistra che lo hanno preceduto. In particolare il duo Gelmini-Tremonti, strumentalizzando lo strapotere mafioso e nepotistico dei baroni, ma in realtà senza limitarlo concretamente, stanno cercando di dare il colpo di grazia all’Università pubblica che garantisce l’accesso ad una conoscenza alta per tutti, spingendola sempre più verso logiche aziendaliste da libero mercato, mercificando i saperi e la ricerca scientifica.

Aveva iniziato Mussi, col Governo Prodi, e ha continuato il “ministro più amato dai rettori italiani” Gelmini a tagliare i finanziamenti alla ricerca, destinandoli invece direttamente alle imprese, come voleva la Confindustria, per esempio attraverso i progetti PON.

In questi giorni, a fronte dei pesanti tagli ai fondi per le università, si assiste a una corsa affannosa di gruppi ed enti di ricerca universitari a caccia di imprenditori disposti ad inserirli nei propri progetti PON, spesso inventandosi una riconversione delle tematiche di ricerca dell’ultima ora. Non c’è bisogno di avere molta fantasia per capire come verranno scelti i progetti, in un paese sempre più preda del malaffare, della corruzione e del voto di scambio in periodo elettorale.

I rettori delle Università italiane (CRUI), complici dello sfascio del sistema accademico nazionale, non hanno mosso un dito, concretamente, per difendere l’Università pubblica da questo scempio, allettati dal potere smisurato che gli assegna il progetto di contro-riforma Gelmini (ovvero: tutto il potere ai rettori e agli ordinari, ricercatori in servizio ad esaurimento, un’ulteriore ondata di ricercatori precari a tempo determinato,  nuova cooptazione nepotistica per i futuri associati).

Tutto questo lo andiamo denunciando fin dal tempo del ministro Moratti ed è per tutto questo che avevamo chiesto le dimissioni dei Rettori, comprese quelle del Rettore Petrocelli.

 

IL “BUCO NERO” DI 52 MLN DI EURO.

Le conseguenze dei tagli si sono inevitabilmente abbattute anche sul nostro ateneo, dopo che per tre anni ci avevano propinato la storiella che l’ateneo di Bari fosse diventato un ateneo virtuoso. In realtà, virtuoso lo era stato solo perché i nostri amministratori, compresi i consiglieri di parte sindacale CGIL-CISL-UIL-CISAPUNI, avevano omesso di mettere a bilancio le indennità e gli adeguamenti stipendiali per il personale tecnico-amministrativo e docente ed ora ci ritroviamo con 30 mln di euro di arretrati da pagare che gravano su un unico bilancio.

In attesa che l’amministrazione prepari il piano di rientro dal “buco nero” di 52 mln di euro, il CDA da una parte ha rinnovato la fiducia al direttore amministrativo uscente e dall’altra ha dato mandato al rettore Petrocelli di nominare una commissione di indagine tecnico-conoscitiva (un’ulteriore cortina fumogena per distrarre l’attenzione!?) che dovrebbe stabilire le responsabilità delle passate amministrazioni nel determinare il buco di bilancio. Come se il Rettore stesso, molti dei suoi collaboratori e molti consiglieri non avessero fatto parte per tanti anni degli organi di governo e fossero “inconsapevoli” che l’ammanco di bilancio è prettamente addebitabile all’attuale gestione. Che ragione c’è, quindi, di nominare una commissione che “faccia luce” sulle passate gestioni, addirittura a partire dal rettorato Cossu? E’ sufficiente leggere la tabella sull’andamento degli esercizi finanziari passati (allegato 1) per comprendere l’inutilità del mandato assegnato alla commissione di indagine.

Il CDA del 29/12/2009 ha approvato un “bilancio di previsione con disavanzo” che permette, come previsto dal punto 2 della delibera stessa, il pagamento delle sole spese obbligatorie (stipendi e spese assolutamente necessarie per il funzionamento istituzionale).

Come avevamo denunciato in occasione dell’“inaugurazione col buco” della nuova Università di Bari, questa linea di condotta politica nebulosa del Rettore Petrocelli ha portato al blocco di qualsiasi rivendicazione legittima da parte del personale.

Per ben due volte le scriventi OO.SS. hanno avanzato richieste di incontro con il Rettore per cercare di dare il proprio contributo, ma sono state puntualmente ignorate.

 

IL PIANO DI RIENTRO.

Nonostante le linee generali per il piano di rientro sottoscritte da Rettore e Direttore amministrativo prevedano come prima misura il “blocco delle assunzioni”, si è assunto altro personale e si continuano a bandire concorsi, mentre si riducono gli stanziamenti, rispetto alla previsione del 2009, relativi a servizi e provvidenze per gli studenti (si lavora per aumentare le tasse?), a trasferimenti di fondi a Dipartimenti e Facoltà, a borse di studio per i ricercatori, precari, ecc. (allegato 2 – tabella verbale revisori dei conti, pag.7).

            Perché, invece, non si è scelto di:

- bloccare il mantenimento in servizio dei docenti settantenni (2,5 mln per 16 docenti);

- abolire completamente gettoni di presenza e indennità per senatori, consiglieri e componenti delle commissioni consiliari (circa 600.000 euro);

- abolire le indennità alle commissioni concorsuali (circa 700.000 euro);

- abolire le indennità di posizione e produttività dei dirigenti (circa 443.000 euro);

- abolire totalmente i compensi per il lavoro straordinario;

- internalizzare i servizi di portierato e pulizie;

- rivedere o annullare la Convenzione con la Regione per il Policlinico;

- abbandonare il progetto fallimentare della ex Manifattura tabacchi;

- vendere tutti i beni immobili inutili dell’Università;

- bloccare tutte le assunzioni in attesa di conoscere una volta per tutte la dotazione organica, al fine di utilizzare al meglio le unità di personale;

- ecc..

Come si spiega poi l’incremento della previsione a bilancio del compenso per lavoro straordinario per oltre 86.000 €, quando, per contratto, devono essere individuate soluzioni che consentano una progressiva riduzione delle prestazioni e nei dipartimenti e nelle facltà la quota è ormai poco più che simbolica? Come si spiegano gli incrementi di spesa per molte altre voci di bilancio?

 

LE ASPETTATIVE DEI LAVORATORI DELL’UNIVERSITA’ DI BARI

Il “buco di bilancio” è composto, sulla base dei documenti forniti dall’amministrazione, per circa 30 mln da competenze arretrate per il personale e per circa 22 mln da perdita di entrate libere.

Perchè si parla di buco di bilancio per le competenze contrattuali arretrate del personale tecnico-amministrativo?

La scelta di far apparire in ordine i bilanci degli anni passati (2006-2009) dell’Università, omettendo le voci relative ad aggiornamenti ed indennità, si è rivelata disastrosa. Sarebbe stato meglio definire già allora un piano di rientro sugli emolumenti arretrati del personale (docente e tecnico amministrativo), “spesandoli” gradualmente di anno in anno. Il risultato è che l’intero debito è stato “caricato” sul solo anno di previsione 2010, determinando l’enorme disavanzo a tutti noto.

Invece di essere una “Università virtuosa” oggi ci ritroviamo in una situazione fallimentare!!!

Perché alcune competenze del personale tecnico-amministrativo, come per esempio le indennità al personale di cat. EP, per le quali erano previsti e finanziati specifici capitoli di spesa già posti a bilancio due anni fa, fino ad oggi sono state pagate “solo ad una parte” del personale? Che fine ha fatto il resto di quei fondi? Perché l’amministrazione non fornisce gli elenchi del personale inserito nel progetto Prora? Perché i revisori dei conti non hanno controllato?

Mentre CIB-Unicobas e RdB-CUB hanno avviato delle vertenze legali in merito, CGIL-CISL-UIL-CISAPUNI sono state accondiscendenti su questa linea di condotta dell’amministrazione.

Non saranno certo le “noccioline” (leggi: buoni pasto) a soddisfare le aspettative generali!

 

Il PIANO DI RIENTRO, NON ANCORA PREDISPOSTO, (diversamente da quanto segnalato dai revisori dei conti - vedi p. 15 verbale 480/2009: “Tutto ciò premesso il Collegio, esaminate le cause che determinano la formazione del disavanzo di amministrazione così come in premessa evidenziato e preso atto del relativo piano di rientro (??) per la cui attuazione gli Organi di Amministrazione restano da subito impegnati, attraverso la definizione delle misure idonee a garantire, in un’ottica pluriennale, l’equilibrio di bilancio, ritiene che il Bilancio di Previsione per l’esercizio 2010 possa essere approvato.”), DEVE SERVIRE AD ONORARE SOPRATTUTTO LE ASPETTATIVE LEGITTIME DI “TUTTI” I LAVORATORI DELL’UNIVERSITA’ DI BARI (in particolare di quelli con gli stipendi più bassi), OVVERO IL PAGAMENTO DELLE INDENNITA’ CONTRATTUALI AL PERSONALE TECNICO-AMMINISTRATIVO E GLI ADEGUAMENTI STIPENDIALI E LE RICOSTRUZIONI DI CARRIERA PER I DOCENTI.

  LA CRISI  DA VOI PROCURATA,

NOI NON LA VOGLIAMO PAGARE!”