L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha risvegliato le coscienze liberal-democratiche dell’opinione pubblica europea, che solo ora si sono accorte di una guerra che ormai da otto anni attanaglia quella regione. Una guerra che dal 2014 a oggi ha visto, in ordine sparso, una sistematica pulizia etnica nei confronti delle regioni filorusse del Donbass e della Novorossija, con persecuzioni varie nei confronti della popolazione civile, l’assalto a diverse Camere del Lavoro (come ad esempio quella di Odessa nel 2014 in cui morirono 48 persone), la messa al bando del partito comunista ucraino e di altri partiti progressisti e la riabilitazione della peggiore feccia nazista e collaborazionista che – sotto l’ombrello “democratico” della NATO ha perpetrato un colpo di stato contro il governo legittimamente votato in Ucraina per sostituirlo con uno fantoccio.
Eppure tutto questo è avvenuto pressoché in silenzio, se non addirittura con l’approvazione dell’UE e della NATO che continuava a fornire assistenza e addestramento ai paramilitari nazisti. Fermiamoci a pensare un attimo che – al di là degli artifici retorici – mentre il parlamento europeo discuteva sull’equiparazione tra il comunismo e il nazismo, i criminali di guerra ucraini venivano accolti nello stesso parlamento con tutti gli onori, nonostante sfoggiassero simboli richiamanti i battaglioni nazisti collaborazionisti!
Questa è la più lampante dimostrazione di quanto nell’Occidente democratico dietro le belle parole sulla tutela della democrazia e dell’autodeterminazione dei popoli si nasconda un’ipocrita realtà fatta di silenzi a metà, opportunismo, ipocrisia e accondiscendenza nei confronti dei rigurgiti neonazisti che inevitabilmente si ripercuote anche nei singoli stati, come appunto l’Italia ancora alle prese con gli ultimi echi di una gestione fallimentare della pandemia che ha avuto come principale risultato quello di dividere la popolazione sulla questione del Green Pass e impoverirla successivamente, mentre parallelamente venivano create le condizioni per la macelleria sociale che stiamo cominciando ad assaporare, nella vana speranza di un contentino, vale a dire quel tanto atteso PNRR ci dia qualche briciola (perché per le masse popolari non ci si può aspettare di più), porti questa fantomatica ripartenza, che come al solito sarà tale solo per le classi agiate.
Uno scenario in cui inevitabilmente rientra anche questo conflitto, viste le sanzioni diplomatiche che l’UE – sotto dettatura americana – vuole imporre alla Russia che da par suo farà salire alle stelle il prezzo del gas e della nafta con le conseguenze di una crisi energetica quale ciliegina sulla torta della catastrofe umanitaria che si sta profilando dimostrando una volta per tutte il fallimento delle istituzioni internazionali nel risolvere situazioni a dir poco delicate come questa, mentre inevitabilmente, come accade sempre, anche i costi di queste guerre volute dai potenti, ricadranno sulle spalle di noi gente comune nella poco invidiabile posizione di essere, a seconda della nazione di nascita, carne da cannone o mucche da spremere fino all’ultima goccia di latte.
D’altro canto, sarebbe un errore superficiale riporre speranze di pace e coesistenza pacifica tra i popoli nell’invasione russa che al di là delle – pur legittime – motivazioni di sicurezza nazionale, ha dimostrato di avere interessi imperialistici che, seppur divergenti da quelli rappresentati dalla NATO, non possono essere scambiati come la soluzione essendo essi stessi parte del problema, come dimostra la straziante condizione della popolazione civile ucraina che ora si ritrova tra l’incudine di un governo farlocco filo-nazista e il martello dell’invasione russa, perché – a scanso di equivoci – il popolo non può avere alleati nelle rispettive élites nazionali guerrafondaie.
Non possono essere le bombe, i carri armati e le navi da guerra a portare la pace e non può essere la guerra tra i popoli a portare lo sviluppo dell’umanità!
Uno sviluppo che potrà provenire solo dall’unità popolare e dalla solidarietà internazionale da parte di tutti i lavoratori sfruttati dal giogo degli interessi capitalistici nazionali a prescindere da sotto quale bandiera essi si manifestino.
È per questo che l’Unione Sindacale di Base invita la popolazione a manifestare contro l’ennesima guerra padronale e al fianco delle popolazioni del Donbass, della Novorossija e di quella ucraina… GUERRA chiama GUERRA! Diciamo NO!
USB Federazione Catanzaro