Care compagne e compagni,
i fatti successivi all’ultimo coordinamento del 18 dicembre evidenziano lo stato di crisi della nostra confederazione, che rischia una clamorosa separazione, a 17 anni di distanza dalla sua costituzione.
Pur evitando ogni concessione alla retorica e tenendo bene a mente che non siamo l’ombelico del mondo, resta evidente che una tale eventualità, oltre ad annullare il nostro impegno di tanti anni, avrà effetti disastrosi non solo per la CUB ma anche sul resto del sindacalismo di base, rendendo quantomeno surreale il progetto di azione unitaria messo in cantiere con le altre componenti del sindacalismo di base. Senza contare che le leggi ed provvedimenti contro il diritto di sciopero, sul precariato, sulla rappresentanza ed il generale imbarbarimento della società italiana meriterebbero una forte coesione e che le nostre energie non fossero impiegate, principalmente, in contese interne.
Da quanto sinteticamente esposto, ne deriva che sarebbe oltremodo desolante che il coordinamento nazionale della CUB assista inerme alla consumazione di questa grave crisi, abdicando al proprio ruolo ed alla propria dignità, anziché adoperarsi con tutte le proprie forze per trovare soluzioni adeguate, che ci consentano, attraverso lo statuto della CUB e le decisioni assunte dal coordinamento, di superare questa crisi in positivo.
Voglio qui ricordare che :
· l’art.8 del nostro statuto recita” L’Assemblea dei delegati/e è il massimo organo deliberante che si riunisce ogni quattro anni. La convocazione straordinaria dell’Assemblea può essere richiesta dal Coordinamento a maggioranza dei 2/3 (due terzi). L’ordine del giorno dell’Assemblea è fissato dal Coordinamento e deve essere reso noto almeno tre mesi prima della convocazione. L’Assemblea decide l’indirizzo generale, la linea politica, il modello organizzativo, le modifiche statutarie della Confederazione Unitaria di Base (C.U.B.).”;
· il gruppo di lavoro deciso il 18 dicembre è stato deliberato perché si adoperasse a ricercare soluzioni e non per acuire i rapporti tra i 6 membri della segreteria, già tesi da diverso tempo. In questa ottica era stata evidenziata anche la possibilità che il gruppo di lavoro stesso potesse essere integrato da altri elementi. Infine, il gruppo di lavoro avrebbe dovuto riferire al coordinamento sull’esito dei lavori, prima di prendere qualsiasi risoluzione.
Propongo, perciò, che i 6 coordinatori nazionali, che costituiscono anche il gruppo di lavoro, convochino il coordinamento nazionale al più presto, tenuto conto delle date di svolgimento dei congressi di molte categorie del privato, per relazionare sul lavoro del gruppo e per fissare modalità e tempi della convocazione dell’Assemblea dei delegati.
Qualora ciò non avvenisse, invito il coordinamento nazionale ad autoconvocarsi aderendo al presente appello.
Saluti a tutte/i, Mario Carucci Flmu Roma