USB Lavoro privato ha dichiarato lo stato di agitazione dei lavoratori Royal Bus, contro la volontà aziendale di licenziare ben 20 autisti dei 37 in forza. Una vera mazzata che impone ai lavoratori di reagire, a fronte di una crisi che non solo sta passando nel più completo silenzio ma che presenta contorni poco chiari.
Come è noto, infatti, l’azienda sostiene che i licenziamenti non deriverebbero da una mancanza di lavoro – elemento già singolare - bensì dalla vendita di 11 autobus effettuata nel maggio scorso, a sua volta conseguente alla progressiva diminuzione dei corrispettivi incassati per il trasporto dei crocieristi a Roma. Una spiegazione che però non convince.
Se infatti il servizio di trasporto crocieristi è così poco conveniente non si capisce perché tanti operatori di altre città facciano invece la fila per assicurarselo, ovviamente con costi di trasferta assai maggiori di quelli sostenuti dall’azienda locale. Né d’altro lato si comprende perché mai la stessa Royal Bus abbia più volte fatto ricorso ad autobus di terzi, pagandone l’affitto, pur di rispondere a incrementi di domanda da parte dei tour operators. Il tutto tenendo inoltre in conto che l’azienda opera per lo più su altri settori per i quali non vengono lamentate particolari difficoltà.
Allo stesso modo, anche ammettendo per un momento l’antieconomicità del servizio in questione, e ammettendo altresì che questa abbia effettivamente determinato la cessione degli autobus, non è affatto scontato che il risultato finale debba essere un esubero di personale. Una tesi, questa, che al contrario appare difficilmente sostenibile se si considera che Royal Bus, dopo aver venduto i mezzi, ha comunque impiegato ben 9 autisti a tempo determinato in aggiunta al personale già in forza, ha sempre utilizzato tutti i mezzi disponibili, e, infine, ha disposto orari di lavoro mediamente assai più alti di quelli contrattuali. Condizioni che non possono certo giustificare la perdita di tanti posti di lavoro e che invece consiglierebbero l’adozione di opportuni strumenti di flessibilità. Senza ovviamente dimenticare la possibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali, circostanza che deve essere attentamente verificata.
Dato che il lavoro c’è, come ammette la stessa Royal Bus, non vorremmo che dopo aver mandato a casa 20 persone ben professionalizzate e di grande esperienza, capaci di svolgere il servizio in piena sicurezza, si arrivi poi a dover assumere lavoratori con contratti più convenienti. Un esito affatto improbabile che non può essere accettato.
Per questo chiediamo a Royal Bus di recedere dai licenziamenti e di avviare un confronto aperto, volto ad individuare soluzioni ragionevoli, in mancanza del quale saranno ovviamente intraprese le dovute azioni di sciopero. Così come da ultimo chiediamo un intervento alle istituzioni comunque interessate – Autorità Portuale e Comune – quantomeno per assicurare il ripristino delle tre linee di navettamento “autostrade del mare” recentemente soppresse ma soprattutto per scongiurare l’ennesimo, duro colpo alla martoriata occupazione locale.
Usb Lavoro Privato Civitavecchia