Invidiamo quelle persone dotate di capacità intellettive superiori che hanno avuto la capacità di analizzare questa legge senza nemmeno leggerla. Noi non siamo ancora sicuri di aver dato la giusta interpretazione ad una legge regionale fondamentale per il nostro futuro, anche se abbiamo ricevuto molte conferme.
Dopo più di tre anni di lotta da parte dei lavoratori della Città Metropolitana di Genova, con 4 grandi manifestazioni, la partecipazione allo sciopero dei dipendenti delle Province organizzato da USB e dopo un anno dall'approvazione della legge Delrio, in maniera frettolosa e raffazzonata, mercoledì 25 marzo è stato approvato dal Consiglio Regionale il D.D.L 388 “Disposizioni di riordino delle funzioni conferite alle province in attuazione alla legge 56 del 7 aprile 2014 (Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni).
La versione uscita dalle Commissioni Consiliari è piena di refusi e di errori causati da errati copia/ incolla e dalla fretta.
La Regione non ha mantenuto gli impegni presi con i lavoratori il 19 dicembre e il 2 febbraio, in occasione degli incontri tenuti al termine delle ultime manifestazioni.
Malgrado gli impegni presi dalla Regione nei mesi scorsi e complice l'osservatorio regionale istituito dalla legge 56, che aveva il compito di decidere quanti sarebbero stati i lavoratori legati alle funzioni che tornavano in Regione, e del quale anche la nostra Amministrazione fa parte, dai 166 lavoratori più 9 dirigenti del 9 febbraio si è arrivati ad una determinazione di soli 121 lavoratori e 6 dirigenti. Appena un mese fa il Consiglio Metropolitano deliberava che sarebbero stati 142 i lavoratori che sarebbero passati insieme alle funzioni come previsto dall'osservatorio.
Gravissime anche le responsabilità di CGIL-CISL-UIL che hanno accettato qualunque cosa gli assessori regionali proponessero, firmando diversi “protocolli” negli ultimi mesi che ratificavano la diminuzione dei trasferimenti settimana dopo settimana. Dilapidando un 'importante esperienza di lotta e di determinazione dei lavoratori.
Addirittura, mercoledì 25 hanno firmato l'ennesimo “protocollo” senza , probabilmente, nemmeno aver letto la legge che non era ancora stata approvata dal consiglio regionale ed era appena uscita dalla commissione.
Abbiamo apprezzato il fatto che gli Amministratori della Città Metropolitana con serietà, abbiano preso tempo non siglando quella presa di impegni piena di parole e vuota di contenuti, dopo l'approvazione nelle settimane scorse al CAL di una legge che è stata modificata pesantemente nella versione definitiva.
La legge è contraddittoria sulla destinazione dei lavoratori inseriti nell'elenco legato alle funzioni che torneranno alla Regione. L'art.171 (Disposizioni transitorie finali) dice che saranno premiati i Comuni o le Unioni di comuni per l'assunzione di personale inserito negli elenchi di quello che dovrebbe essere acquisito dalla Regione ai sensi della presente legge. E in questo articolo non si fa riferimento ai lavoratori dello IAT, ma a tutti genericamente.
Pericolosa è l'operazione che riguarda gli IAT (art.46). I 6 lavoratori che dovrebbero passare alla Regione sono offerti ai Comuni che intendessero continuare il servizio, ma senza tutela esplicita da parte della Regione come invece era previsto nelle versioni precedenti del D.d.L. Con un emendamento finale approvato viene data la possibilità di aprire IAT gestiti da privati. L'ennesimo regalo ai soliti noti.
In realtà la Regione si prenderebbe 115 lavoratori considerando che i 6 degli IAT probabilmente saranno collocati altrimenti.
Anche la data del 1° luglio sembra in dubbio, infatti leggendo l'art. 172 (norme finali) non è compreso il “Titolo 1” che è quello che interessa noi lavoratori.
Legge che ha diminuito i lavoratori che passeranno alla Regione, ma che è cresciuta smisuratamente passando dalle 12 pagine e 12 articoli del 30 dicembre ai 147 articoli dell'ultima versione. E già hanno comunicato che andrà modificata.
Con l'ennesima ardita operazione finanziaria ai confini della realtà, molto in voga negli EELL in questi tempi di tagli, non sono riusciti a trovare le risorse per coprire tutti i lavoratori delle Province e della Città Metropolitana (art. 173). A mala pena la legge copre i 121 lavoratori della Città Metropolitana, la matematica non è un opinione.
Gli articoli 2 ed 8 spiegano bene le reali intenzioni e le difficoltà economiche della Regione:
la dicitura riportata al comma 2 dell'art.8 “il …..personale....è trasferito alla Regione......sulla base delle esigenze per lo svolgimento dei servizi e delle attività nei limiti delle risorse finanziarie disponibili”.
In italiano vuol dire che potrebbe essere considerato superfluo una parte del personale utilizzato per gestire le funzioni ,oppure potrebbero non esserci i soldi necessari;
il comma 2 dell'art.2 cita testualmente: “la Regione assicura la continuità amministrativa, la semplificazione e razionalizzazione delle procedure e la riduzione dei costi per l'amministrazione e garantisce la razionale allocazione delle funzioni privilegiando l'attribuzione dell'intera funzione ad un unico soggetto.”
La legge è molto confusa, anche, sulla vicenda dei nostri colleghi a tempo determinato. Nell' art. 8 al comma 2 si dice che i lavoratori a tempo determinato saranno utilizzati dalla Regione fino alla scadenza prevista. Peccato che alla maggior parte scada il contratto a giugno, prima che l'operazione di passaggio delle funzioni abbia inizio.
Critica anche la soluzione per le aziende partecipate come Atene. Si profilano tempi lunghi per trovare una soluzione definitiva.
Drammatica la soluzione per tutti gli appalti che in questa situazione non possono essere rinnovati, con continue proroghe di dubbia utilità e legittimità. Notizia di questi giorni la messa a disposizione da parte della Regione di 20 mln di euro di fondi europei ora anche la Città Metropolitana non ha più alibi per avviare le procedure.
Con la legge, la Regione procura un'ulteriore difficoltà alla Città Metropolitana di circa 3 mln di euro, tale cifra è da sommare a più di 10 mln di euro di arretrati, tenendo conto che dal 2008 non vengono pagate le funzioni delegate alla Provincia. Mettendo a rischio tutti i lavoratori che restano e la funzionalità dei servizi .
Incontro con l'Amministrazione per presentazione determinazione del Sindaco della Città Metropolitana sul taglio alle spese del personale.
Nell'incontro avuto lunedì vengono confermati tutti i nostri dubbi sul DDL 388. Il Consigliere Delegato Buccilli ha confermato la decisione, da noi apprezzata, di non firmare il protocollo di intesa con la Regione e i sindacati concertativi cgil-cisl-uil, per questioni di principio e per problematiche legate al ddl che “nelle periferie delle funzioni delegate” non si riprende tutto il personale ad esse collegate. Ma che solo per una scelta responsabile della Città Metropolitana questi lavoratori non vengono messi in mobilità ma rientrano nella determinazione della pianta organica per le funzioni fondamentali del nuovo ente. Ha ricordato che anche l'ANCI non ha firmato il protocollo di intesa. Anche se con stupore nella Determinazione del Sindaco del 31-3 abbiamo trovato un generico riferimento al protocollo di intesa Regione/sindacati collaborativi cgil-cisl-uil.
Sulla forte, in tutti i sensi, denuncia di USB di comportamenti poco trasparenti nella vicenda legata alla lista dei lavoratori che passeranno in Regione e di aver penalizzato chi aveva scelto un percorso rispettoso e trasparente, c'è stata una presa di posizione ferma da parte del Consigliere Buccilli e del Segretario Generale Araldo: hanno negato qualunque trattativa riservata con presunti sindacalisti e nessuno aveva ipotesi di liste, consegnata ufficialmente venerdì pomeriggio, prima di altri delegati. I nostri dubbi sulla brutta vicenda rimangono intatti, considerando i racconti che molti colleghi ci hanno fatto. E' una brutta storia che rischia di incrinare fortemente il nostro rapporto di fiducia con la nuova Amministrazione.
Secondo l'Amministrazione con la presentazione della determinazione “Articolazione della dotazione organica” si chiude una fase molto convulsa e se ne apre una nuova: dare un futuro alla Città Metropolitana.
Riconfermando la delibera del Consiglio Metropolitano del 27 febbraio e una serie di operazioni finanziarie discutibili, ora bisognerà attendere il bilancio preventivo che dovrebbe essere presentato a fine maggio ma che probabilmente sarà rinviato dal governo che toglierebbe anche l'obbligo di fare un bilancio triennale alle province e alle Città Metropolitane rendendo più agevole la stesura dello stesso
Nella determinazione c'è una presa di posizione che corregge in parte la decisione, che USB ha denunciato da subito come un errore, di togliere già i soldi per il personale della Polizia Metropolitana. Ci sarà infatti un impegno preciso a farsene carico ed a trovare le risorse necessarie nel caso il Governo decida di lasciare le cose come stanno.
Nessun lavoratore in soprannumero resterà senza una destinazione prestabilita.
L'equilibrio finanziario dell'Ente resta sempre molto precario. Oltre ai tagli governativi, le maggiori spese dovute alla legge regionale che non mantiene tutti gli impegni presi nei mesi scorsi, c'è anche la questione del fondo speciale europeo POR che dovrebbe essere utilizzato per le spese del personale dei CPI che nella situazione attuale coprirebbe poco più del 30%.
Nei prossimi giorni dovrebbero esserci schiarite anche sulla vicenda dei prepensionamenti. I lavoratori esclusi dal passaggio in Regione sono esuberi a tutti gli effetti perché riducono di fatto la pianta organica non potendo l'Amministrazione usare il turn over, e potranno usare la pre fornero.
Per gli altri lavoratori che hanno i requisiti della prefornero si ragionerà nelle prossime settimane su ipotesi di eccedenze nei vari settori riorganizzando la maxi struttura e lasciandosi la possibilità di nuove assunzioni in futuro utilizzando il turn over.
Siamo alla dead line.
Occorre superarla velocemente con la massima attenzione verso tutti e tutte. Nelle prossime settimane inizierà la fase che porterà l'Ente al bilancio preventivo. Occorre far pressione sul Governo affinché riveda i tagli spaventosi, sulla Regione affinché gli impegni presi siano rispettati nei tempi previsti dalla legge e sulla Città Metropolitana che con più coraggio faccia partire i bandi di gara per gli appalti di via Cesarea e risolva il problema dei tempi determinati rimasti, inizi a immaginare una nuova organizzazione dei servizi e al più presto riparta una stagione nuova salariale.
USB-PI Città Metropolitana di GenovaL'assemblea degli iscritti 31-3-2015