Certo che la riconoscenza non è proprio la migliore qualità del nuovo premier. Renzi ha utilizzato l’artificio della domanda retorica per lanciare un pesante j’accuse al sindacato concertativo e alla rappresentanza padronale:...”negli ultimi 20 anni cosa avete fatto?”…
Peggiore infamia non poteva essere pronunciata in prima serata davanti a milioni di teledipendenti che, ubriachi di chiacchere inutili, seguono il nemico che si pone alla loro testa.
Ma come? Venti e più anni di onorato servizio al capitale gettati alle ortiche in pochi minuti di trasmissione televisiva!?
O Renzi ha la memoria corta, e non lo crediamo, oppure c’è del marcio in Danimarca. Acquiescenza dopo acquiescenza cgil, cisl e uil hanno garantito per decenni il pieno dispiegarsi degli spiriti animali del capitale che, con l’intensificazione dello sfruttamento, ha riconquistato in pochi anni spazi giganteschi di accumulazione sottraendo ricchezza al mondo del lavoro. Questi sindacati e la concertazione sono stati gli strumenti attraverso cui si è compresso il conflitto e lo si è incanalato in forme assolutamente inutili.
La recente relazione dei servizi segreti al Parlamento, pubblicata pochi giorni or sono, dice chiaramente che gli ammortizzatori sociali e il sindacato confederale sono stati elementi determinanti nell’impedire la rivolta contro la crisi.
Oggi Renzi, come Berlusconi non molto tempo fa, dice a tutti arrivederci e grazie, non ci servite più, soprattutto non ci serve più la concertazione perché ormai il pressoché totale disarmo del movimento dei lavoratori è compiuto, e caso mai abbiamo sempre la repressione da utilizzare. Da ora in poi facciamo da soli, voi accontentatevi di continuare a sopravvivere attraverso i patronati, gli enti bilaterali e tutte le forme di sussistenza economica che nel tempo vi sono state graziosamente concesse in cambio dei vostri servigi.
L’esternazione di ieri sera in televisione però viene immediatamente dopo che al mattino dello stesso 9 marzo il segretario della FIOM Landini aveva pubblicato sulla prima pagina di Repubblica un suo articolo, non un’ intervista, con cui esplicitamente proponeva al Governo Renzi la sua ricetta per uscire dalla crisi.
Inusuale è dir poco!
Che un segretario di categoria scriva al presidente del consiglio dei ministri e gli proponga un vero e proprio “patto sociale” scavalcando ed ignorando sia la propria confederazione sia lo scontro in atto tra quest’ultima e lo stesso premier, è il segnale che la contrapposizione in cgil precipita assumendo toni e modalità nuove e che la partita interna ormai si gioca a fil di sciabola, lasciando a riposo il fioretto. Ma è anche il segnale che la balla sul dna conflittuale della Fiom si scioglie come neve al sole e lascia spregiudicatamente il posto alle strizzate d’occhio a Renzi che si appresta mercoledì a lanciare il suo Job Act sul lavoro che, a stare alle anticipazioni di stampa, devasterà ulteriormente lavoro e salari.
Con la Manifestazione nazionale già programmata contro i tagli della spending review del 14 marzo abbiamo una occasione importante per dire a Renzi, e al suo governo di giovani “nuovisti”, che pur se hanno messo in soffitta il sindacato concertativo, e hanno dalla loro anche la FIOM, c’è però sempre un movimento dei lavoratori organizzato con la USB che il conflitto non solo lo predica ma lo pratica anche. Con o senza Landini.