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L'iniziativa dei ricercatori nella staffetta precaria: GRANDE PARTECIPAZIONE E CONSAPEVOLEZZA CHE si RIPROPORRA' IN PIAZZA LUNEDÌ 14 GIUGNO allo SCIOPERO E MANIFESTAZIONE A ROMA

Nazionale,

 

STAFFETTA PRECARIA: OGGI IN PIAZZA GLI ENTI DI RICERCA

“GRANDE PARTECIPAZIONE E CONSAPEVOLEZZA CHE RIPROPORREMO IN PIAZZA LUNEDÌ 14 GIUGNO IN OCCASIONE DELLO SCIOPERO DEL PUBBLICO IMPIEGO INDETTO DA USB E COBAS”

 

Oggi si è svolta l’iniziativa degli Enti di ricerca contro la manovra nell’ambito della staffetta precaria indetta da USB.

Si sono svolte iniziative in molti enti di ricerca con la parola d’ordine “la crisi va pagata dalle banche e non dalla ricerca pubblica”. All’ISS si è svolto un presidio fuori dall’istituto e i lavoratori hanno appeso all’ingresso dell’ente uno striscione che recita “il 14 giugno la ricerca sciopera contro la manovra salva banche”; al CRA un gruppo di precari ha occupato il tetto ed esposto uno striscione contro la precarietà; all’ISFOL, all’ENEA e all’INRAN i lavoratori sono scesi in strada con le bandiere USB ed hanno volantinato ai passanti le ragioni dell’iniziativa e l’appuntamento dello sciopero di lunedì; al momento è ancora in corso l’iniziativa dei precari dell’ISPRA a piazza Navona.

“Complessivamente è stata una grande giornata di mobilitazione che ha messo in luce ancora di più come questa manovra colpisca al cuore il settore pubblico a partire dalla ricerca” dichiara Cristiano Fiorentini della segreteria nazionale di USI/RdB Ricerca “Siamo partiti dalla questione precari perché come sempre sono quelli che pagano il prezzo più caro, ma si è mobilitato tutto il personale degli enti di ricerca per difendere il proprio salario e la propria funzione di lavoratori della ricerca pubblica”.

“Dalle risposte che abbiamo avuto negli enti” continua il dirigente sindacale “siamo certi che anche lunedì 14 giugno in occasione dello sciopero del pubblico impiego i lavoratori della ricerca parteciperanno in massa perché c’è grande consapevolezza sulla partita che si gioca nel Paese” 

“I lavoratori hanno molto chiaro che questa crisi è uno spartiacque per la storia di questo Paese” conclude Fiorentini “e saranno in piazza lunedì, oltre che per difendere se stessi dagli attacchi del Governo, anche per difendere la ricerca pubblica ed il suo ruolo dentro lo stato sociale”.  

 

Nella giornata di oggi, 10 giugno 2010, la Ricerca Pubblica organizza iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica di come i tagli della manovra di Tremonti salva-banche licenzierà migliaia di precari e bloccherà il settore avanzato dello stato sociale. Dai tetti di ISPRA, ISFOL, CRA ed ISS i lavoratori precari e non scendono nelle piazze e nelle strade!

Iniziative

 

Presidio ISS Viale Regina Elena 299 Roma (di fronte Università la Sapienza) ore 10 e 30

Tetto CRA Via C.G: Bertero 22 ore 11

“NON SPARATE ALLA RICERCA e ALLO STATO SOCIALE” ISPRA piazza navona ore 16

 

Volantinaggio

 

ISFOL via Morgagni 30e Roma

INRAN via Ardeatina 546 Roma

Enea Lungotevere di Thaon di Revel 76

INEA via Barberini 36 Roma

 

dalla staffetta precaria allo lo sciopero del 14 giugno.

 

“Lo sciopero del 14 giugno è soprattutto uno sciopero per proteggere lo stato sociale. La manovra aumenterà tasse e taglierà servizi. E taglia anche la ricerca, mentre la Germania investe nello stesso settore 12 miliardi di euro” dichiara Claudio Argentini della segreteria nazionale dell’USI RdB Ricerca “La ricerca pubblica promuove migliori condizioni di vita e sviluppo del bene pubblico. Solo USB sta denunciando che la manovra per salvare banche che avevano investito i miliardi della BCE produrrà licenziamenti e tasse per i cittadini. Nel settore della ricerca, già falcidiato dalla 133 e dal decreto Brunetta, con salari da fame e finanziamenti asfittici, migliaia di precari vedono chiuse tutte le aspettative da un blocco delle assunzioni che risparmia 50 milioni di euro e dalla chiusura di alcuni enti. Ma le stesse attività di ricerca, per il probabile taglio dei finanziamenti che riguardano salute, ambiente e territorio, formazione, energia, alimentazione ed agricoltura, ossia la nostra vita quotidiana , sono in grave pericolo. In questi anni  i lavoratori USI RdB Ricerca hanno messo in campo mobilitazioni che hanno salvato posti di lavoro e la stessa ricerca” continua l’esponente sindacale “tanto per ricordare quelli recentissimi,  il tetto dell’ISPRA e l’occupazione dell’ISFOL. I cittadini ci hanno dato sostegno fattivo dimostrando di capire molto meglio della politica il ruolo che con grandi difficoltà svolgiamo ogni giorno. Ora gli enti riscendono in piazza preparandosi allo sciopero del 14 giugno. All’Istituto Superiore di Sanità (ISS) dalle ore 10 e 30 circa 400 lavoratori presidiano l’ente e vi rimarranno tutta la mattina, al centro di patologia vegetale del Consiglio della Ricerca Agricola (CRA) i precari occuperanno il tetto dell’Istituto come fecero lo scorso giugno quando scongiurammo centinaia di licenziamenti, quindi volantinaggio e manifestazioni per ISFOL, INEA, INRAN, Enea. La giornata si conclude a Piazza Navona questo pomeriggio alle 16 con ISPRA che sta continuando a lottare per sopravvivere e con i precari che dal dal tetto alla piazza centro di Roma, tornano a rappresentare “non sparate alla ricerca … e allo stato sociale. Noi la crisi dei banchieri, come lavoratori e cittadini, non la paghiamo” conclude Argentini.

 

 

9 giugno 2010 - Adnkronos

RICERCA: TORNANO IN AGITAZIONE I LAVORATORI DELL'ISPRA
DOMANI A ROMA PER RACCONTARE ACCANIMENTO STATO VERSO RICERCATORI PUBBLICI
MANTENERE IN SERVIZIO TUTTO IL PERSONALE PRECARIO

Roma, 9 giu. (Adnkronos) - Tornano in stato di agitazione i lavoratori dell'Ispra. Domani, infatti, metteranno in scena dal vivo a Piazza Navona (come iniziativa nell'ambito della Staffetta precaria indetta da Usi/Rdb Ricerca) il loro cortometraggio 'Non sparate alla ricercà, per l'occasione rinominato 'Non sparate alla ricerca e allo stato socialè, che racconta «meglio di qualsiasi comizio l'accanimento dello Stato nei confronti dei ricercatori pubblici in questo paese, dimostrato anche dalla soppressione, prevista nell'ultima manovra finanziaria, di enti di ricerca come Isae e Ispesl». La decisione di riprendere con forza la mobilitazione è stata presa nel corso di assemblee parallele convocate da Usi/Rdb Ricerca nelle sedi dell'Ispra, nel corso delle quali tutti i lavoratori, precari e strutturati, ricercatori e amministrativi, hanno espresso «forte preoccupazione per le conseguenze sull'Istituto della manovra finanziaria presentata dal governo, che va ad aggiungersi ad una situazione pregressa già difficile. Si attende ancora, infatti - si legge in una nota - l'applicazione del protocollo d'intesa firmato il 20 gennaio scorso col ministero dell'Ambiente e la struttura commissariale Ispra, scaturito dall'occupazione di 59 giorni del tetto della sede di via Casalotti, sostenuta come unico sindacato da Usi/Rdb Ricerca». Il protocollo, si ricorda, «prevede, nell'ottica di un rilancio dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, la valorizzazione del personale precario, attraverso la conversione dei contratti atipici in altrettanti a tempo determinato, per sanare la situazione di lavoro nero presente da tempo nell'Istituto; indicazioni chiare sulle sedi, per scongiurare speculazioni e sperpero di denaro pubblico; l'impegno a bandire nuovi concorsi, anche se al momento non si riesce nemmeno a intravedere la conclusione di quelli già in corso». La mobilitazione è quindi finalizzata, come ha spiegato la coordinatrice di Usi/Rdb Ricerca Ispra, Emma Persia, ad «ottenere garanzie, nel prossimo incontro che il capo del personale si è impegnato a convocare in tempi brevissimi, sull'applicazione integrale del protocollo e il mantenimento in servizio di tutto il personale precario, circa 250 persone in scadenza a fine 2010». I lavoratori chiedono poi «modifiche alla Finanziaria, per evitare il blocco del turnover negli Enti di ricerca (sul quale è già stato presentato un emendamento ad hoc in Parlamento) e proseguire le assunzioni come accadrà all'Università, e che il ministero dell'Economia conferisca all'Istituto diversi milioni di euro di risorse già ad esso assegnate ma mai arrivate». «Preoccupazione» anche per il perdurare del commissariamento all'Ispra, che ormai va avanti da due anni: per la sindacalista «è grave che ancora non si veda la nomina dei vertici istituzionali, specie se a questo si aggiunge l'elevato grado di incertezza derivante dalla bocciatura dei direttori generali del ministero dell'Ambiente da parte della Corte dei conti, che mette a rischio tutti gli atti da loro firmati». Per tutti questi motivi, conclude Persia, i ricercatori dell'Ispra saranno a Piazza Navona domani, dalle 17 in poi, per mettere in scena 'Non sparate alla ricerca e allo stato socialè, ed invitano colleghi ricercatori e cittadini a partecipare, mentre il 14 aderiranno allo sciopero del pubblico impiego indetto dal sindacato Rdb-Usb.

9 giugno 2010 - Omniroma

RICERCA, USI-RDB: DOMANI LAVORATORI ISPRA IN PIAZZA NAVONA

(OMNIROMA) Roma, 09 giu - «Tornano in stato di agitazione i lavoratori dell'Ispra, che il 10 giugno metteranno in scena dal vivo a Piazza Navona, come iniziativa nell'ambito della Staffetta precaria indetta da Usi-Rdb Ricerca, il loro cortometraggio 'Non sparate alla ricercà, per l'occasione rinominato 'Non sparate alla ricerca e allo stato socialè, che racconta meglio di qualsiasi comizio l'accanimento dello Stato nei confronti dei ricercatori pubblici in questo paese, dimostrato anche dalla soppressione, prevista nell'ultima manovra finanziaria, di enti di ricerca come Isae e Ispesl». Lo comunica Usi-Rdb: «La decisione di riprendere con forza la mobilitazione è stata presa nel corso di assemblee parallele convocate da Usi-Rdb Ricerca nelle sedi dell'Ispra, nel corso delle quali tutti i lavoratori, precari e strutturati, ricercatori e amministrativi, hanno espresso forte preoccupazione per le conseguenze sull'Istituto della manovra finanziaria presentata dal Governo, che và ad aggiungersi ad una situazione pregressa già difficile. Si attende ancora, infatti, l'applicazione del protocollo d'intesa firmato il 20 gennaio scorso col ministero dell'Ambiente e la struttura commissariale ISPRA, scaturito dall'occupazione di 59 giorni del tetto della sede di via Casalotti, sostenuta come unico sindacato da Usi-Rdb Ricerca. Esso prevede, nell'ottica di un rilancio dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale: la valorizzazione del personale precario, attraverso la conversione dei contratti atipici in altrettanti a tempo determinato, per sanare la situazione di lavoro nero presente da tempo nell'Istituto; indicazioni chiare sulle sedi, per scongiurare speculazioni e sperpero di denaro pubblico, e l'impegno a bandire nuovi concorsi, anche se al momento non si riesce nemmeno a intravedere la conclusione di quelli già in corso. La mobilitazione è quindi finalizzata, come ha spiegato la coordinatrice di Usi-Rdb Ricerca Ispra, Emma Persia, ad 'ottenere garanzie, nel prossimo incontro che il capo del personale si è impegnato a convocare in tempi brevissimi, sull'applicazione integrale del protocollo e il mantenimento in servizio di tutto il personale precario, circa 250 persone in scadenza a fine 2010'. I lavoratori chiedono poi 'modifiche alla Finanziaria, per evitare il blocco del turnover negli Enti di ricerca (sul quale è già stato presentato un emendamento ad hoc in Parlamento) e proseguire le assunzioni come accadrà all'Università, e che il Ministero dell'Economia conferisca all'Istituto diversi milioni di euro di risorse già ad esso assegnate ma mai arrivatè. Preoccupazione anche per il perdurare del commissariamento all'Ispra, che ormai va avanti da due anni: per la sindacalista 'è grave che ancora non si veda la nomina dei vertici istituzionali, specie se a questo si aggiunge l'elevato grado di incertezza derivante dalla bocciatura dei direttori generali del ministero dell'Ambiente da parte della Corte dei conti, che mette a rischio tutti gli atti da loro firmatì. Per tutti questi motivi, conclude Persia, 'i ricercatori dell'Ispra saranno a Piazza Navona il 10 giugno, dalle 17 in poi d invitano colleghi ricercatori e cittadini a partecipare, mentre Il 14 aderiranno allo sciopero del pubblico impiego indetto dal sindacato Rdb-Usb».

 


19 maggio 2010 - Green Report

Precariambiente
650 precari dell’agricoltura pronti alla mobilitazione

ROMA - Sono oltre 650, più del 30% del personale, i precari che si occupano di agricoltura. È quanto risulta da un censimento di USI RdB Ricerca all''Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA) e l' Istituto Nazionale della Ricerca sull'Alimentazione e Nutrizione (INRAN), i cui dati mostrano una situazione scandalosa, vicina all'esplosione, anche a causa di continui tagli ai finanziamenti. Per Claudio Argentini, dell'USI RdB Ricerca, i risultati confermano che "siamo vicini a nuovi tetti della ricerca, come quello dell'ISPRA, visto che i precari sono il 30% del personale e ben 168 precari hanno più di 8 anni di anzianità. Si spaccia la precarietà come flessibilità positiva, ma è evidente che c'è una diffusa illegalità con oltre 290 ricercatori stabilmente occupati da cinque anni con varie forme contrattuali, in particolare per i co.co.co. e le altre forme, che essendo sostanzialmente impiegati come lavoratori subordinati portano una forte evasione previdenziale e fiscale". Le situazioni più esplosive, continua il sindacalista, "sono quelle del CRA e dell'INEA, dove negli ultimi 3 anni ci sono state 213 nuove assunzioni in nero, invece di tentare di risolvere i problemi. All'INEA, addirittura, già oggi si potrebbero assumere stabilmente tre lavoratori, secondo le norme vigenti, ma il Direttore generale dell'Istituto si rifiuta. Per questo, i lavoratori si stanno organizzando per forme di lotta più estreme come quella dell'ISPRA, avendo deciso di dire basta al disinteresse che gli enti mostrano nei loro confronti, pur sapendo che sono necessari". USI RdB, al momento sta portando avanti una trattativa col Ministero dell'Agricoltura, per risolvere il problema, anche attraverso la revisione delle piante organiche, ma per il momento gli enti non collaborano anzi contribuiscono a peggiorare la situazione, per questo, conclude Argentini, aspettiamo di veder iniziare presto "I tetti della ricerca, e vedremo a quel punto come si comporteranno i direttori generali".

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RICERCA: IL MINISTERO DELL’AGRICOLTURA RIAPRE LE TRATTATIVE CON USI/RDB SUL PRECARIATO IN CRA, INEA ED INRAN

Si è svolto questa mattina il partecipato presidio davanti al Ministero dell’Agricoltura indetto da USI/RdB Ricerca con i lavoratori del Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura (CRA), dell’Istituto Nazionale per l’Economia Agricola (INEA) e dell’Istituto Nazionale per la Ricerca nell’Alimentazione e Nutrizione (INRAN).

La manifestazione si è chiusa con un incontro tecnico fra USI/RdB Ricerca e la Dirigenza del Ministero, vigilante su CRA, INEA e INRAN.

“Usciamo da questo incontro con la certezza che il processo iniziato alcuni mesi fa non si è interrotto”, ha riferito Claudio Argentini, della Segreteria Nazionale dell’USI/RdB Ricerca. “Con la Dirigenza del Ministero abbiamo enucleato il problema del personale precario nei 3 enti, sia quello con contratti atipici che a tempo determinato. Seppure in assenza della struttura del Gabinetto, di cui auspichiamo la nomina in breve tempo, il Ministero ha dimostrato di voler continuare le relazioni che si erano aperte alcuni mesi fa. Il ritardo era stato causato da altre organizzazioni sindacali che pur non essendo rappresentative del precariato, hanno intralciato la trattativa”

“Ora siamo ripartiti - continua Argentini -  e le indicazioni sono incoraggianti. Il Ministero ha condiviso con noi l’esigenza di alcune iniziative di alto livello da accompagnare con il miglioramento delle condizioni salariali e di contratto. L’appuntamento è per l’inizio di maggio, quando la struttura di Gabinetto sarà insediata e potremo passare dalla fase tecnica a quella politica. Nel frattempo forniremo al Ministero dati dettagliati sui precari in CRA, INEA e INRAN per approfondire alcuni aspetti. In sostanza, sul precariato degli enti di ricerca il Ministero Galan parte con il piede giusto”,  conclude il dirigente USI/RdB Ricerca.

Roma, 21 aprile 2010

DOMANI PRESIDIO AL MINISTERO DELL’AGRICOLTURA PER RIPRENDERE SUBITO LA TRATTATIVA SULLE STABILIZZAZIONI

Roma, Via XX Settembre 20 – ore 9.30

Nazionale – martedì, 20 aprile 2010

Domani, mercoledì 21 aprile, scenderanno in piazza i precari del Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura (CRA), dell’Istituto Nazionale per l’Economia Agricola (INEA) e dell’Istituto Nazionale per la Ricerca nell’Alimentazione e Nutrizione (INRAN), organizzati da USI/RdB Ricerca, con un presidio davanti al Ministero dell’Agricoltura di via XX Settembre a Roma.

 “Con il Ministero dell’Agricoltura era iniziata una trattativa per la stabilizzazione dei precari, interrotta dalle elezioni e dal cambio di Ministro anche a causa delle interferenze di CGIL CISL e UIL, le quali hanno contribuito, per completo disinteresse verso i precari, a rallentare il processo”, dichiara Claudio Argentini della segreteria nazionale dell’USI RdB Ricerca.

  “A differenza della vertenza ISPRA – precisa Argentini - il Ministero dell’Agricoltura aveva aperto un canale di comunicazione con i precari e la nostra organizzazione sindacale che li rappresenta. Domani ´inaugureremo` il Ministro Galan e vedremo se sarà sensibile a questa tematica o preferirà avviare relazioni conflittuali. Noi ci attendiamo che il nuovo Ministero riparta convintamente, altrimenti non esiteremo ad alzare il livello di mobilitazione”.

 “Dopo il tetto dell’ISPRA - continua il sindacalista Usi/RdB - la collettività è ben conscia di come il settore della ricerca pubblica, altamente precarizzato, ci fornisca quotidianamente benefici. A nostro avviso la ricerca pubblica deve essere il volano della ripresa e bisogna dirigervi in maniera esclusiva i finanziamenti statali. Nel caso della ricerca in agricoltura, solo attraverso CRA, INEA ed INRAN gli agricoltori italiani possono sperare di controbattere le multinazionali, solo attraverso i risultati prodotti da quei precari che domani saranno in piazza”.

RdB Pubblico Impiego

10 giugno 2010 - Corriere.it

MANOVRA E OCCUPAZIONE
Ispra, ritorna la protesta dei precari in piazza Navona contro i tagli alla ricerca
Si mobilitano giovedì, a sostegno di Isae e Ispesl, i protagonisti del lungo presidio sul tetto dell'istituto
di Carlotta De Leo

ROMA - Dopo due mesi sopra il tetto , i precari dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) tornano a farsi sentire. Stavolta protestano per salvare i colleghi ricercatori dell’Isae e Ispesl, due enti che la manovra Finanziara intende sopprimere.
TUTTI ALLA FONTANA - L’appuntamento è per giovedì 10 giugno in piazza Navona, intorno alla fontana del Bernini, alle 17. I ricercatori metteranno in scena dal vivo il cortometraggio «Non sparate alla ricerca" - per l'occasione rinominato «Non sparate alla ricerca e allo stato sociale" - che racconta come lo Stato considera i ricercatori pubblici. «Un totale disinteresse, o peggio un accanimento – spiega la coordinatrice di Usi-Rdb Ricerca Ispra, Emma Persia – come si vede dalla soppressione di enti di ricerca come Isae e Ispesl». Il 14, invece, i precari Ispra aderiranno allo sciopero del pubblico impiego indetto dal sindacato Rdb-Usb.
PREOCCUPATI DALLA FINANZIARIA – I ricercatori dell’Ispra hanno passato 59 giorni sul tetto della sede di via Casalotti. Comeraccontato in un video di Corriere.ithanno passato anche le feste di Natale al freddo. Poi è arrivato l’accordo con la Stefania Prestigiacomo, ministro dell’Ambiente. Ora, invece, con una serie di assemblee i ricercatori hanno deciso di riprendere la lotta. Tutti i lavoratori (precari e strutturati, ricercatori e amministrativi) hanno espresso forte preoccupazione per le conseguenze sull'Istituto della manovra finanziaria presentata dal governo. «Stiamo ancora aspettando l'applicazione del protocollo d'intesa firmato il 20 gennaio scorso col ministero dell'Ambiente e i commissari Ispra – spiega Emma Persia - che prevede un rilancio dell'Istituto e la valorizzazione del personale precario, attraverso la conversione dei contratti atipici in altrettanti a tempo determinato».
GARANZIE SUL PROTOCOLLO - L’accordo prevede anche l'impegno a bandire nuovi concorsi, «anche se al momento non si riesce nemmeno a intravedere la conclusione di quelli già in corso» aggiunge Persia. Con la mobilitazione, quindi, i ricercatori vogliono garanzie sull'applicazione integrale del protocollo e il «mantenimento in servizio di tutto il personale precario, circa 250 persone che hanno il contratto in scadenza a fine 2010». I lavoratori, continua la sindacalista, «chiedono poi modifiche alla Finanziaria, per evitare il blocco del turnover negli enti di ricerca sul quale è già stato presentato un emendamento ad hoc in Parlamento».
ATTESA PER LE NOMINE – A preoccupare i lavoratori anche il perdurare del commissariamento all'Ispra, che va avanti da due anni. «È grave - afferma ancora Persia - che ancora non si veda la nomina dei vertici istituzionali, specie se a questo si aggiunge la bocciatura dei direttori generali del ministero dell'Ambiente da parte della Corte dei conti, che mette a rischio tutti gli atti da loro firmati».


10 giugno 2010 - Villaggio Globale

Ispra - Ricercatori di nuovo in piazza

Forte preoccupazione per le conseguenze sull'Istituto della manovra finanziaria presentata dal Governo, che va ad aggiungersi ad una situazione pregressa già difficile. Si attende ancora, infatti, l'applicazione del protocollo d'intesa firmato il 20 gennaio Tornano in stato di agitazione i lavoratori dell'Ispra, che il 10 giugno metteranno in scena dal vivo a Piazza Navona, come iniziativa nell'ambito della Staffetta precaria indetta da Usi/RdB Ricerca, il loro cortometraggio «Non sparate alla ricerca», per l'occasione rinominato «Non sparate alla ricerca e allo stato sociale», che racconta meglio di qualsiasi comizio l'accanimento dello Stato nei confronti dei ricercatori pubblici in questo paese, dimostrato anche dalla soppressione, prevista nell'ultima manovra finanziaria, di enti di ricerca come Isae e Ispesl. La decisione di riprendere con forza la mobilitazione è stata presa nel corso di assemblee parallele convocate da Usi/RdB Ricerca nelle sedi dell'Ispra, nel corso delle quali tutti i lavoratori, precari e strutturati, ricercatori e amministrativi, hanno espresso forte preoccupazione per le conseguenze sull'Istituto della manovra finanziaria presentata dal Governo, che va ad aggiungersi ad una situazione pregressa già difficile. Si attende ancora, infatti, l'applicazione del protocollo d'intesa firmato il 20 gennaio scorso col ministero dell'Ambiente e la struttura commissariale Ispra, scaturito dall'occupazione di 59 giorni del tetto della sede di via Casalotti, sostenuta come unico sindacato da Usi/RdB Ricerca. Esso prevede, nell'ottica di un rilancio dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale: la valorizzazione del personale precario, attraverso la conversione dei contratti atipici in altrettanti a tempo determinato, per sanare la situazione di lavoro nero presente da tempo nell'Istituto; indicazioni chiare sulle sedi, per scongiurare speculazioni e sperpero di denaro pubblico, e l'impegno a bandire nuovi concorsi, anche se al momento non si riesce nemmeno a intravedere la conclusione di quelli già in corso. La mobilitazione è quindi finalizzata, come ha spiegato la coordinatrice di Usi/RdB Ricerca Ispra, Emma Persia, ad «ottenere garanzie, nel prossimo incontro che il capo del personale si è impegnato a convocare in tempi brevissimi, sull'applicazione integrale del protocollo e il mantenimento in servizio di tutto il personale precario, circa 250 persone in scadenza a fine 2010». I lavoratori chiedono poi «modifiche alla Finanziaria, per evitare il blocco del turnover negli Enti di ricerca (sul quale è già stato presentato un emendamento ad hoc in Parlamento) e proseguire le assunzioni come accadrà all'Università, e che il ministero dell'Economia conferisca all'Istituto diversi milioni di euro di risorse già ad esso assegnate ma mai arrivate». Preoccupazione anche per il perdurare del commissariamento all'Ispra, che ormai va avanti da due anni: per la sindacalista «è grave che ancora non si veda la nomina dei vertici istituzionali, specie se a questo si aggiunge l'elevato grado di incertezza derivante dalla bocciatura dei direttori generali del ministero dell'Ambiente da parte della Corte dei conti, che mette a rischio tutti gli atti da loro firmati». Per tutti questi motivi, conclude Persia, «i ricercatori dell'Ispra saranno a Piazza Navona oggi, dalle 17 in poi, per mettere in scena «Non sparate alla ricerca e allo stato sociale», ed invitano colleghi ricercatori e cittadini a partecipare, mentre il 14 aderiranno allo sciopero del pubblico impiego indetto dal sindacato RdB -Usb».