Per risparmiare l’Inps spinge anche sui giorni di malattia dei lavoratori. In un documento interno l’Inps chiede ai medici di ridurre i permessi del 3% rispetto al 2012. L’Istituto chiede ai medici che le visite fiscali devono essere più fiscali, così scrive nel suo documento che serve per la programmazione e il budget delle strutture territoriali nel 2013.
Si parla di “miglioramento dell’economicità delle visite di controllo”, cioè delle visite fiscali. L’economicità si ottiene con “l’incremento del 3% degli importi recuperati per effetto della riduzione delle prognosi”. E’ un invito al medico fiscale a ridurre o cancellare alcuni permessi di lavoro. Quando ciò avviene l’Inps risparmia: difatti dal quarto giorno di malattia in poi deve pagare stipendio e contributi al posto del datore di lavoro. L’obiettivo che si pone l’Istituto è recuperare 2 miliardi di euro.
Ci chiediamo come si è giunti all’individuazione dell’obiettivo prima che le visite di controllo vengano effettuate, un 3% a prescindere, come si parlasse di voci di bilancio di azienda, e non di persone (che tra l’altro sono in malattia perché un medico di base l’ha certificata). La tutela previdenziale dei lavoratori viene equiparata ai costi di materiali, carta, toner, consumi elettrici, eccetera. Sapevamo sino ad oggi che il diritto alla salute e a curarsi era garantito, e che il medico che formula una prognosi non deve seguire logiche di carattere economicistico ma di tutela del paziente. Con questo “invito” si pone un limite all’indipendenza e libertà del medico curante. L’austerità e dirigenti miopi si accaniscono sulla salute dei lavoratori. Non dobbiamo permetterlo.