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L’INPS AVVIA L’INTERPELLO PER I POSTI DA DIRIGENTE GENERALE, FDI TORNA A PROTESTARE CON IL CAPOGRUPPO LOLLOBRIGIDA

Nazionale,

(89/22) Con il messaggio Hermes n. 3503 del 27 settembre l’INPS ha avviato l’interpello per l’assegnazione delle funzioni di dirigente generale in direzione centrale e nei territori. Fratelli d’Italia, partito uscito vincitore dalle elezioni politiche della scorsa domenica, è tornato a farsi sentire tramite il capogruppo alla Camera, Francesco Lollobrigida, che già aveva avvisato il management dell’Istituto di non forzare la mano prima dell’esito elettorale e della formazione del nuovo governo. Il parlamentare di FDI, secondo quanto riportato ieri da numerosi quotidiani, ha chiesto a Draghi e ai ministri competenti di bloccare Tridico e il CdA dell’INPS.

È chiaro che non si sta parlando d’illecito da parte degli organi di governo dell’INPS, piuttosto dell’opportunità o meno di accelerare la decisione sull’assegnazione di incarichi che scadranno a dicembre del 2022 a fronte di un quadro politico radicalmente modificato dalle elezioni del 25 settembre. Si dirà che le nomine sono decise sulla base di valutazioni che non attengono alla politica, ma in questo caso qualche naso potrebbe allungarsi a dismisura dal momento che il peso della politica nelle nomine della dirigenza INPS è cresciuto sempre di più negli anni, soprattutto in quelle dei dirigenti generali. Poi ci sono le vendette consumate in ambito interno, come quelle a cui abbiamo assistito nel 2019, oppure i riposizionamenti politici che contraddistingueranno anche stavolta almeno una parte del corpo dirigente.

Da una parte c’è il partito vincitore delle elezioni che rivendica neanche troppo velatamente un ruolo nell’attribuzione dei nuovi incarichi dei dirigenti generali, dall’altra M5S e PD, rappresentati rispettivamente da presidente e direttore generale nonché da buona parte del CdA INPS, che spingono sull’acceleratore per far trovare i nuovi inquilini di Palazzo Chigi di fronte al fatto compiuto, magari con qualche fresca promozione. È una guerra politica e di potere che mette l’interesse dell’INPS assolutamente in secondo piano. Tirare troppo la corda potrebbe portare il nuovo governo, in cui Fratelli d’Italia avrà un ruolo di primissimo piano, a rimettere mano alla governance degli enti per ripristinare un organo monocratico di governo attraverso la nomina di un commissario e l’abolizione del consiglio d’amministrazione che, almeno all’INPS, finora non ha certo dato prova di perseguire l’interesse collettivo, disinteressandosi ad esempio dei risultati fallimentari di un reassessment organizzativo che dovrebbe essere oggetto di un opportuno ripensamento se si avesse interesse al buon funzionamento dell’INPS. E che dire della privatizzazione dell’informatica attraverso la Società 3-I SpA e dello smantellamento di fatto della direzione centrale tecnologia informatica e innovazione?

Non siamo interessati ai giochini di palazzo ma alla salvaguardia delle funzioni dell’Istituto, parte fondamentale del Welfare pubblico del Paese. E chiunque si mette contro l’interesse collettivo diventa nostro avversario.