L'economia di guerra sta producendo conseguenze disastrose sul piano economico e sociale: il calo generalizzato del potere d’acquisto dei salari incrocia l'aumento vertiginoso delle bollette e dei beni di prima necessità, erodendo ulteriormente le retribuzioni.
Da questa condizione generale non si salvano certo i lavoratori pubblici che proprio in questo periodo stanno subendo la beffa del rinnovo dei contratti (comunque già scaduti) con aumenti medi di 50/55 euro netti che non coprono gli effetti dell’inflazione galoppante; una situazione che non verrà certo migliorata né dallo Smart Working che scaricherà altri costi (ad esempio quelli del caro-bollette) nè la truffa del taglio al cuneo fiscale.
I decenni di blocco del turn over hanno ridotto all'osso gli organici, demolendo i servizi resi alla cittadinanza, mentre i concorsi banditi in questi mesi costituiscono una goccia nell'oceano dell'emorragia di personale che ha colpito tutto il pubblico impiego senza trascurare che le assunzioni legate al PNRR ingrossano le fila di quell'esercito, già numeroso, di precari della PA. Dinanzi a questo quadro occorre uno scatto di orgoglio e dignità che si traduca in rivendicazioni tali da restituire il senso di una PA davvero motore della lotta alle diseguaglianze sociali acuite da oltre un decennio di crisi.
Per questo noi proponiamo
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il rinnovo dei CCNL ormai già scaduti con aumenti salariali adeguati all'inflazione reale;
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l’adeguamento del valore dei buoni pasto al costo della vita;
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buoni pasto e copertura delle spese per le utenze di chi lavora in sw;
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inserimento della 14a mensilità;
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massiccio piano di assunzioni a partire dalla stabilizzazione dei precari e dallo scorrimento delle graduatorie in essere;
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riduzione dell’orario a parità di salario.
Lo sciopero generale indetto dall’USB e dai sindacati di base per il 2 dicembre e la manifestazione nazionale del 3 dicembre rimettono al centro tutto questo al fine di restituire alla PA la sua funzione: erogare i servizi alla cittadinanza e potenziare quel welfare mortificato da decenni di politiche orientate alla logica dei tagli che anche questo governo opererà, avendo già annunciato - per iniziare - quelli alla sanità.