La creazione delle nuove figure POER, la cui nomina è già stata rimessa al vaglio della Corte Costituzionale per palese violazione della sentenza nr. 37/2015 della stessa Corte, sta continuando a produrre problematiche organizzative, già evidenziate in precedenti comunicati.
Incuranti della probabile temporaneità della loro permanenza, alcune POER, strapagate, perseguono con pervicacia il loro obiettivo, assolutamente indifferenti alle problematiche personali rappresentate dai funzionari, trattati alla stregua di semplici sudditi.
Così, come sta verificandosi all’Ufficio Legale di Cremona, ove si susseguono attribuzioni di nuove funzioni senza alcun atto organizzativo, senza alcuna motivazione che renda giustificabile il mutamento di una organizzazione lavorativa prima funzionante e, soprattutto, senza alcuna formazione.
All’aggravio delle lavorazioni, si affiancano poi compressioni di diritti ormai acquisiti, in nome di una non meglio provata efficienza organizzativa ma, ancora una volta, senza atti organizzativi e quindi senza motivazione alcuna, in contrasto con una prassi consolidata e con atti dispositivi interni mai variati.
L’amministrazione sembra ignorare che dipendenti utilizzano i propri mezzi e che non hanno coperture assicurative da parte dell’amministrazione per lo svolgimento dei propri compiti, che hanno subito drastici tagli al salario accessorio, che aumentano i carichi di lavoro e le scadenze e che c’è stato un ridicolo rinnovo contrattuale dopo un blocco decennale.
La cosa più sorprendente e significativa del nuovo clima è rappresentata dal fatto che all’evidenziazione delle problematiche rappresentate i lavoratori sono anche poi trattati con arroganza e sufficienza, che dire … sembra di essere tornati indietro nel tempo, ad una organizzazione medievale quando schiavi e servi della gleba erano senza alcuna tutela, alla mercé di vassalli e regnanti.