A Brescia la dirigenza si preoccupa se uno sportello apre occasionalmente in ritardo di 15 minuti e coglie l’occasione per lanciare il progetto della flessibilità differenziata, puntando a negare il diritto di arrivare dopo le 8.00 ai colleghi che operano in front office.
Naturalmente appare dovuto il fatto che i servizi all’utenza non chiudano mai prima dell’una (con l’impegno successivo relativo alla contabilizzazione degli incassi di fatto il lavoro termina alle 13.15 e anche oltre), che l’utenza sia sempre soddisfatta e che in caso di diverbio col personale abbia sempre ragione (a fronte di provvedimenti disciplinari non abbiamo mai visto un richiamo all’educazione, se non all’ordine, nei confronti dell’utenza).
A questo si contrappongono le gravi condizioni igienico sanitarie in cui si lavora, a cominciare dai servizi igienici per arrivare alla climatizzazione dei locali. Basta pensare che buona parte del personale è raffreddato perché passa da un area front office climatizzata, dove spesso ci vorrebbe il maglione, all’area back office dove si “schiatta” per colpa dell’afa e delle temperature sahariane che superano quelle stabilite dalla legge.
E in merito alla sicurezza e dislocazione dei locali è curioso sottolineare che tra le due aree è situata l’unica zona relax, con i distributori di bibite e vettovaglie, isolata da due porte tagliafuoco che, dato il punto di passaggio, vengono sovente aperte, urtando spesso chi si sta gustando un caffè in pace.
Noi come USB continueremo a batterci affinché si realizzi il tanto desiderato benessere organizzativo attraverso l’eliminazione di tutte le situazioni che rendono difficoltoso lavorare presso l’ufficio provinciale del Territorio di Brescia e garantendo il diritto alla flessibilità oraria a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori.