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Entrate Lombardia

Lombardia - Entrate, Usb dice no alla crociata della Dp di Bergamo contro il diritto alle ferie

Bergamo,

Ormai da alcuni anni, con cadenza più o meno semestrale, a Bergamo ci ritroviamo a discutere di piani ferie e ferie pregresse. Nonostante gli innumerevoli e interminabili incontri e nonostante si siano avvicendate in 2 anni e mezzo 4 Direzioni è ormai evidente che a Bergamo la questione delle ferie è divenuta una crociata dell’amministrazione contro le Lavoratrici e i Lavoratori della DP. 

Non è in altro modo spiegabile l’accanimento con il quale è stato trattato il tema negli ultimi 3 anni.

Riteniamo superflua in questa sede la cronistoria puntuale di tutte le offensive portate avanti dalla DP negli anni appena trascorsi, a cui sono seguiti ogni volta puntuali interventi di parte sindacale (da ultimo la surreale richiesta di inserimento a self service dei giorni di ferie pregresse con un anticipo anche di un mese e mezzo rispetto alla data di fruizione); chiunque sia interessato potrà andarsi a rileggere la copiosa corrispondenza tra OO.SS., RSU e DP e la valanga di comunicati sindacali sull’argomento.

Prendiamo atto con rammarico che tutti i tentativi fatti da parte sindacale di riportare l’equilibrio sul tema sono miseramente falliti e che tutti gli inviti alla ragionevolezza sono purtroppo caduti nel vuoto, nonostante le rassicurazioni che ogni volta ci venivano fornite da parte datoriale.

Sembra che per la Direzione Provinciale di Bergamo la gestione delle ferie sia una clava con cui punire e mortificare le Lavoratrici ed i Lavoratori. Chissà quale orrendo crimine avranno compiuto i dipendenti della DP per meritarsi un simile accanimento, per di più con una pandemia ancora in corso.

La Direzione Provinciale da una parte concede la massima flessibilità in tema di smart working (vedi la nota di accompagnamento all’atto dispositivo n.27), dall’altra irrigidisce in maniera pressoché totale tutta la procedura di gestione delle ferie, considerando connesse le due tematiche; quasi come se ci fosse da parte dell’amministrazione un retro pensiero che avvicina i giorni di ferie ai giorni di lavoro agile.

La DP vorrebbe imporre una serie di soluzioni organizzative in tema di gestione delle ferie (programmazione annuale, rinvio “semiautomatico” di non più di 5 giorni) che costituiscono un indubbio peggioramento rispetto al presente; scelte organizzative, è bene ricordarlo, pienamente legittime alla luce di un pessimo CCNL firmato al buio ed in tutta fretta nel dicembre 2017 dai sindacati compiacenti.

Nell’atto dispositivo la stretta viene formalmente giustificata con la necessità di “garantire il diritto al riposo dei lavoratori costituzionalmente garantito nei tempi e con le modalità che siano compatibili con il buon andamento dell’amministrazione”. Nel corso degli innumerevoli incontri di cui sopra, però, la Direzione non ha mai fatto mistero di avere come obiettivo primario quello che è stato più volte definito come “ordinato smaltimento delle ferie”, con il condivisibile intento di porre fine alla prassi seguita da molti colleghi di rinviare in blocco la quasi totalità delle ferie all’anno successivo. Peccato però che dall’esame del file excell collegato all’atto dispositivo n.27 (che alleghiamo per comodità) si evince che i due terzi di coloro a cui sono stati rinviati al 30 giugno più di 8 g di ferie pregresse (al netto dei colleghi assenti da lungo tempo a vario titolo) sono, guarda caso, titolari o ex titolari di incarichi di responsabilità (capi team) o di posizioni organizzative (Direttori o capi area), ingenerando quindi il legittimo sospetto che il rinvio delle ferie, anziché un sacrificio (come l’amministrazione si ostina a ripetere in tutti gli incontri ufficiali)  non sia altro che il solito privilegio riconosciuto a pochi (per vederci chiaro abbiamo inviato una richiesta di accesso agli atti, che trovate in allegato, con cui abbiamo chiesto i dati relativi alle ferie pregresse 2019 e 2020).

Invece di pretendere che i responsabili di struttura controllino che i propri collaboratori usufruiscano in maniera equilibrata delle ferie, con il condivisibile fine di evitare abusi da parte di qualcuno, la DP decide di vessare tutti i dipendenti indistintamente. E lo fa imponendo loro un’impossibile programmazione annuale delle ferie che svilisce la natura dell'istituto (come si può conoscere con mesi di anticipo quando si renderà necessario ricorrere alle ferie per recuperare le energie psico-fisiche?) e forzando il dato contrattuale, arrivando addirittura a prevedere un limite di 5 giorni per il rinvio “semiautomatico”.

Una politica del rigore del tutto immotivata, poiché le colleghe ed i colleghi hanno ampiamente dimostrato di sapersi organizzare e di saper gestire il tema ferie rispetto ai carichi di lavoro, alle tempistiche ed alle scadenze, raggiungendo ogni anno gli obiettivi (a volte anche migliorandoli) nonostante la drammatica carenza di personale e tutte le difficoltà operative e procedurali che hanno aggravato le lavorazioni negli ultimi tempi. 

Questa “caccia alle streghe” avrà come unico effetto quello di svilire ulteriormente le Lavoratrici e i Lavoratori, perché farà passare il messaggio per cui tutto quello che fanno i dipendenti o non va bene o non è mai abbastanza. La fruizione delle ferie secondo le proprie esigenze personali e familiari non è un premio, ma un diritto, che tra l’altro, le Lavoratrici ed i Lavoratori di Bergamo hanno dimostrato negli anni di saper correttamente esercitare.

L’analisi combinata delle tempistiche (stante l’imminente entrata in vigore del nuovo CCNL (che prevede la possibilità per tutti di chiedere il rinvio per motivi personali al 30 giugno anziché al 30 aprile) ci porta poi a sospettare che dietro a tutta l’operazione ci sia solo l’intento di conservare lo status quo: visto che con il nuovo contratto tutti potranno chiedere il rinvio a giugno delle ferie pregresse la DP si affretta a mettere una serie di paletti che impediranno ai più di usufruire in concreto del nuovo assetto contrattuale, salvaguardando nel contempo i privilegi dei soliti noti.

Chiarito che la partita dovrà essere giocata su un terreno politico più che giuridico (la formulazione del pessimo CCNL non lascia purtroppo molti spazi di manovra per contrastare sul piano giuridico le decisioni della DP) e pesando i rapporti di forza all'interno dell’Ufficio, ci teniamo a precisare fin da subito che nel caso in cui la DP non intendesse rivedere la propria decisione USB è disposta a fare la propria parte, fino alla proclamazione dello stato di agitazione (e organizzando tutte le iniziative che ne sono diretta conseguenza,  quali le assemblee giornaliere in orario di front office, la rinuncia agli straordinari, il rifiuto di messa a disposizione dei mezzi personali).

Sarà però indispensabile che le colleghe ed i colleghi di Bergamo facciano la loro parte per contrastare questo ennesimo attacco e questo continuo peggioramento delle nostre condizioni di lavoro.

USB P.I. Agenzie Fiscali Bergamo