LOTTA ALLA MAFIA A PAROLE, ATTACCO ALLA SCUOLA NEI FATTI.
A conclusione dell'anno scolastico e con rinnovato clamore, l'Assessore regionale all'Istruzione, Mario Caligiuri, continua ancora ad annunciare protocolli di intesa col Ministro dell'istruzione Gelmini, questa volta con l’intenzione di “orientare in prevalenza l'impiego dei precari per aumentare il tempo scuola nei comuni ad alta densità mafiosa”.
Tutto bene, potremmo dire, due piccioni con una fava: da una parte l’Assessore “salva” i precari, dall’altra ci libera dalla mafia.
Peccato che, invece, le politiche regionali e nazionali mostrino tutt’altra tendenza, per cui, come al solito, si predica bene, ma…
Infatti, in questi stessi giorni, contemporaneamente a quell’annuncio roboante, si ha notizia della chiusura di una ennesima scuola: questa volta tocca all'Istituto Agrario di Falerna, zona importante e assai strategica.
La scuola chiude perché è inagibile, anche se è da più di un anno che vi piove dentro: ma i 42 milioni di euro che la regione aveva a disposizione per interventi di edilizia scolastica, che fine hanno fatto? E le recenti dichiarazioni dell’assessore Regionale ai Lavori Pubblici, il quale ha detto di aver trasmesso al Ministro un piano che prevede interventi in Calabria per 220 edifici scolastici e per complessivi 53 milioni di euro?
Come sempre ai proclami non seguono gli interventi, lasciando spesso i sindaci dei Comuni più emarginati a sbrogliarsela da soli.
Intanto le famiglie di Falerna e dintorni sostengono che, chiudendo l’Agrario, pochi alunni continueranno a frequentare la scuola, in quanto aumenteranno notevolmente i problemi per raggiungere la sede di Lamezia, incentivando, così, la dispersione scolastica.
E’ questo il modo per arginare la mafia in Calabria, aumentando l’analfabetizzazione?
Il risultato di questo ennesimo attacco alla scuola pubblica, è che, se non ci saranno ripensamenti, gli alunni di Falerna e del comprensorio, a settembre interromperanno i loro studi e circa 40 tra docenti e personale Ata saranno perdenti posto.
La USB Scuola chiede, pertanto, un intervento urgente per salvaguardare sia il diritto allo studio di un centinaio di ragazzi, che il diritto al lavoro per gli insegnanti e personale Ata.
In caso contrario riteniamo che non sia il caso di fare proclami e di voler vestire con divise antimafia i precari della scuola (come annunciato dall’assessore Caligiuri), se in realtà si condannano territori e abitanti all’isolamento culturale, lasciandoli, quindi, quali possibile prede della criminalità organizzata.
p. la USB Scuola Calabria
Rosella Cerra