Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

Entrate Dogane Monopoli Riorganizzazione ENTRATE passaggi economici

Lotta all'evasione: chiacchiere o fatti ...

Roma,

Presidio di forte contestazione di USB per un fisco diverso

"I veri nemici del Fisco non sono né i piccoli né i grandi evasori fiscali, bensì coloro che spendono male il denaro pubblico". Basterebbe questa affermazione testuale del direttore dell'Agenzia delle Entrate, ripresa e sottolineata dal capo del governo Enrico Letta, per cogliere in tutta la sua essenza il senso dell'evento di ieri pomeriggio.

 

A Enrico Letta non è parso vero ricevere un assist così invitante per ribadire che la spesa pubblica deve essere monitorata, resa più efficiente e più efficace perché ce lo chiedono le imprese, i cittadini, il Paese e ovviamente l'Europa.

 

Che questa efficienza si traduca in tagli di servizi, ospedali, scuole, asili, presìdi pubblici, insomma in tagli alla Pubblica Amministrazione, non abbiamo nessun dubbio. Come non avevamo nessun dubbio che non sarebbero arrivati impegni seri e concreti nella lotta all'evasione fiscale, affidata a un comparto continuamente martoriato da riduzione di personale, chiusure di sedi, accorpamenti, riorganizzazioni, tagli alle retribuzioni, blocco dei contratti. Ma al di là del nostro scetticismo, abbiamo ascoltato con attenzione le parole del direttore dell'Agenzia delle Entrate, del viceministro Casero (silente l'altro viceministro, Fassina), del ministro dell'economia Saccomanni e del presidente del consiglio Enrico Letta.

 

Volevamo cogliere anche un impercettibile segnale di concreta e tangibile attenzione verso un comparto che dovrebbe essere urgentemente potenziato e che ha subito tagli drastici, al pari e più di quelli subiti da altre amministrazioni centrali dello Stato se è vero che la riduzione di personale ha sfiorato il 15% contro una media nazionale del 4%.

 

Il direttore dell'Agenzia ha citato i dati drammatici riguardanti la riduzione di personale, la chiusura degli uffici, il blocco delle assunzioni come fanno i reduci di guerra che mostrano a parenti e amici, con una punta di orgoglio, le cicatrici di battaglia.

Ha anche approfittato per ribadire l'importanza di Equitalia cosa che ci dà molto fastidio perché continuiamo a ribadire che la riscossione deve rientrare nel perimetro pubblico e che questa confusione fra Agenzia delle Entrate ed Equitalia non giova ai lavoratori del Fisco mentre può giovare eccome ai più altilivelli.

 

Il resto è stato un susseguirsi di ovvietà e di parole vuote, condite da affermazioni che non condividiamo affatto, come quella citata all'inizio. La lotta all'evasione fiscale è un fatto culturale, bisogna andare nelle scuole e diffondere la cultura della tax compliance, bisogna semplificare le norme, bisogna incrociare le banche dati, ci vuole maggiore attenzione internazionale al fenomeno dell'evasione fiscale, maggiore rigore nella spesa pubblica, maggiore attenzione alle imprese alle quali deve essere assicurato il pagamento immediato dei debiti (magari accelerando pure i rimborsi IVA...).

 

La fiera delle ovvietà si è conclusa con la dichiarazione a effetto che ogni euro recuperato deve essere utilizzato per ridurre le tasse, perché in Italia si pagano troppe tasse.

 

Questa è l'unica affermazione che ci sentiamo di condividere in un pomeriggio inutile in cui si sono mosse tante auto blu, tanta scorta, tanti direttori regionali e centrali mentre di lavoratori veri non c'era neanche l'ombra, in una sala fresca ed elegante affollata dalla stampa, da dirigenti e incaricati, da figurine politiche e sindacali, scattate in piedi all'ingresso delle "autorità" e intente a fotografare e fotografarsi come si fa nelle grandi occasioni.

 

A dare significato a questo pomeriggio invece è stato il presidio di forte contestazione organizzato da USB in pochissime ore (l'invito ufficiale è arrivato nel tardo pomeriggio di venerdì) e che ha visto partecipare lavoratrici, lavoratori, delegate e delegati sindacali rientrati anche dalle ferie per gridare "vergogna" a chi permette che in questo Paese l'80% delle tasse sia pagato dai lavoratori dipendenti e dai pensionati.

 

A chi consente che un imprenditore dichiari meno di un operaio e un gioielliere possa accedere ai servizi sociali in qualità di indigente mentre ciò è negato a un lavoratore pubblico.

 

A chi continua a ridurre gli organici, nega il diritto alla crescita professionale, taglia il salario, impedisce nuove assunzioni dicendo di voler fare la lotta all'evasione fiscale ma portando il nostro comparto all'asfissia.

 

Sia chiaro che per noi la battaglia continua, sulla nostra piattaforma e sulle nostre proposte e che continueremo a incalzare il governo e il ministro di riferimento perché prenda impegni seri e precisi nella direzione da noi indicata.

 

Non è passato molto tempo da quando il sottosegretario Baretta ha assicurato l'apertura di un tavolo di confronto politico.

 

Non è il tavolo che ci interessa, ma provare a rovesciare questa situazione che non può che portare al baratro ormai purtroppo sempre più vicino.