Le manifestazioni del 21 e 22 maggio sul diritto alla salute portano finalmente in piazza la protesta sociale sulla gestione della crisi sanitaria e sulla insostenibilità del modello produttivo che l'ha prodotta. Un filo diretto collega il tema della Salute e quello dell'Istruzione. Sono due grandi diritti collettivi che nell'ultimo trentennio sono sempre più stati messi in discussione e piegati alle logiche del profitto, distorcendo e limitando in maniera decisiva il loro carattere universalistico.
La pandemia ha portato tutto questo alle estreme conseguenze, e le risposte di lavoratori, studenti e cittadini non possono limitarsi alla pur doverosa resistenza e alla pur necessaria difesa di pezzi di questi diritti, ma devono avere la forza di proporre dei modelli alternativi, totalmente pubblici, in grado di dare risposte concrete e precise sui bisogni della popolazione, garanzie e tutele per tutti, prospettiva di futuro per le giovani generazioni. Il Global Health Summit che si tiene a Roma in questo fine settimana sarà soltanto una appariscente vetrina per chi non ha nessuna intenzione di mettere in discussione un modello che sta provocando milioni di morti e una crisi sociale senza precedenti dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Oggi scioperano i lavoratori della sanità, e Usb ha organizzato presidi in tutte le regioni d'Italia, a riprova di un radicamento sempre più forte e ramificato su tutto il territorio. Saremo a fianco di questi lavoratori, e insieme ci ritroveremo domani a Roma, alle 14, al primo appuntamento nazionale contro il Governo Draghi, che sta continuando a distruggere le finalità educative e formative della scuola, a piegarla alla logica delle competenze per il mercato, a non dare diritti, stabilità, salario e sicurezza ai docenti e al personale ATA.
Sono i temi per i quali lottiamo da sempre, sui quali da un anno e mezzo a questa parte ci siamo fatti promotori di percorsi comuni ad altri soggetti sindacali e studenteschi. Quei percorsi devono continuare, occorre costruire dentro la scuola italiana un chiaro orizzonte di riferimento per chi ha riconosciuto il ruolo nefasto di tutti i sindacati firmatari del CCNL e vuole costruire un piano alternativo che rimetta al centro il sapere, lo sviluppo del pensiero critico, un ripensamento del rapporto tra istruzione e lavoro che non sia tutto subordinato alle esigenze di quest'ultimo e che si opponga all'ipoteca sul futuro di giovani generazioni sempre più precarizzate e private di strumenti di emancipazione.
Per questo lanciamo un invito forte e chiaro ad aderire e a far vivere l'Appello che il Coordinamento contro il G20-Catania ha prodotto, e che sarà al centro di una Assemblea Nazionale sabato 29 maggio.
Le giornate di Catania del 22 e 23 giugno chiamano tutta la scuola ad alzare la testa, a mostrare a tutti che la partita non è chiusa, che anche nella scuola si può e si deve lottare per formare un mondo diverso.