Appello:
Non c’è più tempo
Le migliaia di persone in emergenza alloggiativa che abitano la città e che corrono seri rischi di perdere l’alloggio in cui vivono, lanciano un grido d’allarme che non può rimanere inascoltato. Le decine di assemblee e mobilitazioni che stanno attraversando i caseggiati interessati da dismissioni, vendite, aumenti d’affitto e sfratti, dicono tutte la stessa cosa: il tempo delle parole è terminato, bisogna passare ai fatti. Sono almeno due anni che tutti i soggetti istituzionali competenti sono stati interrogati e coinvolti, ma ad oggi ancora non ci sono segnali confortanti. Nessun provvedimento che possa produrre nuova serenità è stato messo in opera, anzi il rischio che la situazione peggiori è sempre più evidente.
La distanza tra le necessità immediate e i tempi delle soluzioni possibili è enorme. Questa distanza va colmata subito con interventi decisi, in grado di produrre fatti concreti e di stabilire una priorità su tutte: il diritto alla casa va tutelato ad ogni costo, soprattutto per persone che vivono da oltre quarant’anni negli alloggi in oggetto.
Le fondazioni, le casse, i fondi immobiliare e pensione, gli enti assicurativi, il patrimonio pubblico, sono interessati da uno tsunami di proporzioni gigantesche. Un ciclone che fa stare sulla corda decine di migliaia di nuclei familiari, i loro parenti, gli amici. Anziani e giovani coppie, figli e nipoti, coinvolti in un disastro che può assumere proporzioni ingovernabili.
Gli interessi speculativi e le necessità di far cassa, di risanare conti in rosso e recuperare perdite causate da gestioni finanziarie rischiose, sta producendo un collasso nelle economie di coloro che con uno stipendio o una pensione devono pagare affitti e mutui insostenibili. Chi si occupa di questa emergenza? Dove sono le forze politiche e le istituzioni? Sostengono accordi firmati al solo scopo di favorire gli interessi di una parte, o stanno dalla parte dell’inquilinato che resiste?
Vi chiediamo di sostenere la nostra mobilitazione, la nostra affermazione di dignità, la nostra volontà di non cedere, la nostra lotta per il diritto a rimanere nell’alloggio in cui viviamo, per un affitto legato al reddito, per la casa considerata nel suo valore d’uso e non in quello di scambio.
Sostenete lo sciopero della fame che inizierà il 18 giugno 2012, data scelta simbolicamente anche per protestare contro la gabella dell’IMU che tassa la prima casa invece di penalizzare la rendita immobiliare che continua a costruire alloggi che rimarranno perlopiù vuoti. L’appuntamento è alle ore 12 in piazza SS. Apostoli, davanti la sede della Prefettura. Sostenete la richiesta di moratoria immediata e di convocazione di un tavolo interistituzionale sull’emergenza abitativa alla presenza dei comitati degli inquilini che non vogliono delegare a nessuno il proprio presente e soprattutto il futuro.