Roma, 14 giugno 2022 USB Pubblico Impiego Inps
La vicenda delle pagelline, che sono divisive, discrezionali e classiste, ben chiarisce quali sono le intenzioni della politica del personale nel pubblico impiego e definisce con precisione le sue applicazioni.
Siamo infatti davanti a uno strumento vecchio, superato da tutte le moderne concezioni dell’organizzazione del lavoro, che pone i lavoratori sotto il giudizio dei responsabili, i quali esprimono valutazioni non secondo regolamenti, criteri o altre procedure codificate, valide e applicate per tutti. Al contrario, la pagella è compilata ad esclusivo arbitrio dei superiori gerarchici (usiamo non a caso questo termine). In questo modo, si instaura un rapporto di subordinazione che va ben oltre i limiti contrattuali e pone il lavoratore alla mercé delle valutazioni (che a questo punto diventano mere opinioni) dei valutatori.
Con tali modalità diventa chiara a chiunque la discrezionalità dei giudizi e la possibile disparità di trattamento. Alla faccia dell’imparzialità e universalità del rapporto di lavoro nel pubblico impiego. Se questi due criteri sono alla base delle relazioni con gli utenti, a maggior ragione lo dovrebbero essere anche nel rapporto con i dipendenti.
Lo scopo sotteso delle pagelline, che determineranno reddito e progressioni future, è mettere in concorrenza i lavoratori tra loro. Per un motivo tristemente ideologico e per una ragione assai concreta: la divisione dei lavoratori, mettendoli l’un contro l’altro armato.
Questa vera e propria “istigazione” alla competitività serve a chi deve governare a tutti i livelli. Il “divide et impera dei latini”.
Su questa strada, l’obiettivo è chiaro: ogni lavoratore è stretto nella sua sola condizione, senza discussione collettiva, senza riscontri esterni che possano almeno ridurre i rischi di arbitrarietà nel giudizio. Insomma, un individualismo miserabile, incentivato al solo scopo di dividere, per il biblico piatto di lenticchie.
Il prezzo da pagare è ben caro: la rottura dell’unità e della solidarietà tra lavoratori.
Come appartenenti al mondo del lavoro dobbiamo ricordare questa semplice, solare verità: i lavoratori hanno ottenuto miglioramenti della loro condizione solo quando è stato alto il loro sentimento di unità, che ha consentito, fin dal sorgere del movimento operaio, di sostenerci l’un l’altro, di rivendicare le nostre ragioni collettive e respingere quelle della controparte, laddove si presentavano dannose, fosse anche per una minoranza di dipendenti.
Questo sentimento di unità è il legame più forte e più necessario in ogni posto di lavoro. Oggi che la modificazione del modo di lavorare rischia di gettare ognuno in una desolata solitudine, oggi l’unità è un bene prezioso.
Naturalmente non parliamo di unità delle varie sigle sindacali (che oggi si presenterebbe solo come l’unità di un vertice interessato, distaccato dalla base e dunque unità fittizia e comunque non raggiungibile), ma dell’unità dal basso, su obbiettivi comuni tra tutti i lavoratori al di là delle diverse sensibilità e delle diverse appartenenze. Noi diciamo che l’unica vera appartenenza, che, come lavoratori dovremmo sentire forte, è quella di vivere la stessa condizione
Guardiamo l’altra faccia della medaglia. Dobbiamo dire chiaro e tondo quali sono i rischi: la tentazione di formare delle clientele, dei fedeli al capo. Questo porterebbe ad una degenerazione delle relazioni, a un peggioramento continuo e irrefrenabile del clima lavorativo e dunque al rischio di una condizione umanamente impoverita, con la conseguenza, a cui anche i dirigenti dovrebbero stare attenti, di una riduzione di efficienza. Il buon lavoro non si ottiene con le pagelline, ma con la motivazione di un ambiente solidale nel lavoro e nelle relazioni tra lavoratori, nella convinzione che all’INPS si lavora a obiettivi comuni, per il bene comune.
L’unità dal basso resta dunque il bene più prezioso e l’arma più efficace che i lavoratori hanno per vincere battaglie di democrazia e dignità, contro la restaurazione in atto in tutto il mondo del lavoro, di pratiche e contenuti del passato.
Se solo fossimo tutti consapevoli della forza che in quanto lavoratori rappresentiamo, unendoci con solidarietà su obbiettivi di lotta comuni, restando determinati ed uniti nella pratica del conflitto sindacale, temi come quello delle pagelline, ma anche del mansionismo, del giusto compenso, dello stress lavoro correlato, della democrazia e del rispetto sul lavoro, SAREBBERO DA TEMPO RISOLTI.
COORDINAMENTO NAZIONALE USB P.I. INPS
Frascati, 11 giugno 2022