Alla Magna Closures di Guasticce (LI), stabilimento di componentistica auto da oltre 500 dipendenti, la RSU Fiom e Fim hanno recentemente firmato un accordo sindacale che permette all'azienda di istituire un doppio regime salariale per i nuovi assunti a partire dal 2021.
Dal settembre 2018 nello stabilimento si lavora sotto ammortizzatori sociali a causa di un calo di lavoro temporaneo dovuto principalmente alla “crisi” FCA e al Dieselgate Tedesco. Nell'accordo sugli ammortizzatori sociali si parlava già di nuove commesse per il 2021, un dato confermato dalla stessa azienda durante un recente incontro con la Regione Toscana.
In data 18 giugno la dirigenza Magna convoca, con urgenza la RSU e rimette in discussione quanto già sottoscritto in merito all'arrivo delle suddette nuove lavorazioni. La casa madre sarebbe indecisa se assegnarle allo stabilimento livornese oppure ad altri due in Germania o Polonia. Contemporaneamente arriva il ricatto. Se la RSU firmerà seduta stante un accordo che permetta all'azienda di derogare al contratto nazionale e istituire un doppio regime salariale per i nuovi assunti è “probabile” che la casa madre scelga Livorno. Altrimenti lo stabilimento è a rischio. Non c'è bisogno di essere degli scienziati per capire qual è il reale tentativo dell'azienda. Portare a casa il massimo risultato facendo leva sulla paura dei lavoratori e sulla complicità della RSU.
La nostra delegata USB si rifiuta subito di firmare, chiede tempo e costringe il resto della RSU ad indire assemblea. Una volta convocata viene impedito al coordinatore USB dell'industria di accedervi e intervenire. Il segretario FIOM parla di possibile chiusura della fabbrica e difende a spada tratta l'eventuale accordo.
Nessun referendum, nessuna controproposta, nessuna trattativa, nessuna garanzia. Nella giornata di ieri la componente della RSU Fiom e Fim sottoscrivono il verbale di accordo. Avendo la maggioranza l'intesa è, al momento, valida.
Come Unione Sindacale ci siamo fin da subito, sia all'interno del consiglio di fabbrica, sia in assemblea. Ai sensi dell'accordo interconfederale sulla rappresentanza del 10 gennaio, voluto proprio dai sindacati confederali e molto spesso neanche da loro rispettato, abbiamo deciso di raccogliere le firme e presentare una proposta di referendum. Oltre a ciò metteremo in campo altre iniziative di tipo sindacale con l'obiettivo di mettere in discussione questa vergognosa deriva.
Ma vorremmo fare alcune considerazioni sia sul metodo che sul merito.
Non è possibile chiedere ad una RSU la sottoscrizione di un verbale del genere imponendo la firma immediata. Solo per questo ricatto un sindacato, degno di questo nome, avrebbe dovuto rigettare la proposta e aprire, eventualmente, una discussione seria con i lavoratori e le lavoratrici prendendo tutto il tempo necessario.
Nel merito è evidente che il passaggio successivo sarà quello di eliminare qualsiasi condizione di miglior favore e la contrattazione di secondo livello anche al resto degli operai. E' l'esito classico e scontato quando si accetta di creare lavoratori di serie A e lavoratori di serie B nella stessa azienda. Inoltre non è stata chiesta nessuna garanzia, nessuna clausola che impegni la Magna a rispettare le promesse fatte. Una firma in bianco, una resa senza condizioni. La Fiom, che ha nel proprio statuto l'obbligo della consultazione, ha negato la possibilità di svolgere un referendum. La stessa Fiom che si è scagliata, in passato, contro le deroghe al contratto nazionale e che adesso decide di accettare tutto senza battere ciglio.
Unione Sindacale di Base Livorno
RSU USB Magna Closures
USB Settore Metalmeccanici Nazionale