MERCOLEDÌ 21 SETTEMBRE
PRESIDIO ORE 18.00
DE FERRARI
Mancava un'ora prima che se ne andasse a casa, era il quarto giorno di lavoro.
Se lavoro si può chiamare.
E’ forse lavoro prestare manodopera gratuita per conto della scuola pubblica?
Non è alternanza scuola-lavoro, è schiavitù.
La stessa che i giovani, coetanei di Giuliano, vivono nel mondo del turismo, nella ristorazione, nei servizi ma anche nei campi del lavoro agricolo e in tanti altri settori.
Giuliano De Seta venerdì 16 settembre alle 17, poco prima di tornare a casa, è stato ucciso travolto da una lastra d'acciaio di 2 tonnellate. Ucciso da un sistema che macina morti tutto l'anno. Anche durante l'alternanza scuola-lavoro.
Lorenzo Parelli, appena maggiorenne è stato ucciso schiacciato da una putrella il 21 gennaio, in provincia di Udine.
Giuseppe Lenoci, 16 anni, è stato ucciso a Fermo il 14 febbraio mentre lavorava in una azienda termoidraulica.
A maggio, uno studente di 17 anni era rimasto gravemente ustionato in una carrozzeria di Merano, per fortuna salvandosi.
A giugno uno studente di 16 anni è caduto da cinque metri di altezza mentre stava installando uno striscione a Rovato, in provincia di Brescia, ferendosi gravemente.
Erano tutti studenti, sono tutti morti sul lavoro.
Non si dovrebbe chiamare alternanza scuola lavoro, si chiama manodopera gratuita non qualificata.
Le aziende licenziano i lavoratori e le lavoratrici grazie alla manodopera che drenano dalle scuole, soprattutto istituti professionali e tecnici, manodopera fornita dalla legge 107 che ha reso obbligatoria l’alternanza scuola-lavoro (poi denominata PCTO).
Quello dei morti sul lavoro è un bollettino di guerra che supera i 1300 morti l'anno.
Deve essere abolita l'alternanza scuola-lavoro. E deve cessare questa guerra che solo nel 2022 ha già ucciso 600 persone.
Ci vediamo in presidio mercoledì alle ore 18 in piazza de Ferrari, Genova.
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