Continuiamo nell’analisi del Contratto integrativo 2012 cominciata con il comunicato USB N. 22/2013. Dopo la richiesta di stabilizzazione di una quota d’incentivo, la seconda grande questione che abbiamo posto da subito al tavolo sindacale nazionale, all’avvio della contrattazione integrativa 2012, ha riguardato il mansionismo dei lavoratori delle Aree A e B.
Abbiamo proposto un consistente aumento del SAP per restringere sempre di più il divario stipendiale con la posizione d’ingresso in Area C, evidenziando la necessità di correttivi utili ad evitare una diminuzione dello stipendio complessivo nel caso di passaggio all’area superiore (come accaduto con i passaggi dall’Area B all’Area C).
Alla fine di una contrattazione durata parecchi mesi, l’ipotesi di accordo prevede all’art. 34 una maggiorazione dell’incentivo pari a € 420,00 annui, a decorrere dal 1° dicembre 2012, da erogare a consuntivo, quindi con il saldo dei premi di produttività annuali. Ne consegue che per il 2012 saranno riconosciuti solo € 35,00 che arriveranno nelle tasche dei lavoratori ben che vada alla fine del 2013, dopo che il contratto avrà esaurito il giro di valzer presso i ministeri. Per CISL e UIL il mansionismo all’INPS si è risolto con il corrispettivo di una colazione giornaliera al bar.
Al di là di quello che si è letto nei comunicati sindacali, al tavolo della trattativa è mancata una posizione forte e unitaria a difesa delle lavoratrici e dei lavoratori delle Aree A e B.
- Abbiamo ascoltato “pietire” qualcosa per i mansionisti da parte di alcuni sindacati che fino a ieri lucravano sul disagio dei lavoratori, organizzando esclusivamente ricorsi giudiziari, con richiesta di “pizzo” pari al 10% in caso di vittoria, come ha fatto una sigla sindacale del Lazio.
- Abbiamo ascoltato sindacati che hanno permesso in questi anni con la firma degli accordi l’applicabilità della Riforma Brunetta, reclamare oggi passaggi di area fuori dalle regole stabilite per legge senza indicare la strada di come quelle regole possano essere superate.
In sostanza, abbiamo visto molto fumo e speculazione sulla pelle di lavoratori che soffrono ogni giorno l’ingiustizia di essere retribuiti in modo nettamente inferiore al lavoro svolto, senza la possibilità di poter guardare con speranza alla possibilità di una crescita professionale ed economica a breve periodo. Eppure l’amministrazione continua a pretendere da loro la stessa professionalità e lo stesso grado di responsabilità dei lavoratori dell’Area C.
Noi riteniamo che il problema del mansionismo sia una cosa seria e lo abbiamo dimostrato in trent’anni d’attività sindacale.
- Dov’erano questi signori che oggi propongono soluzioni immediate quando, ad ogni rinnovo di contratto nazionale all’Aran, proponevamo l’Area unica trovando puntualmente il fuoco di sbarramento di CGIL-CISL-UIL???
Oggi qualche sindacato, come la UIL, in debito d’ossigeno perché ha visto crollare i consensi all’INPS, “scopre” il mansionismo e organizza uno pseudo “Movimento Nazionale Lavoratori A e B”, che non ha nulla a che vedere con i comitati mansionisti che negli anni RdB prima e USB poi hanno incoraggiato e sostenuto, preservandone l’indipendenza e la trasversalità rispetto all’organizzazione sindacale. La UIL, al contrario, tenta in modo goffo di egemonizzare la protesta delle lavoratrici e dei lavoratori delle Aree A e B, scoprendo immediatamente gli altarini. Basta andare a leggersi la nota di quel “Movimento”, a firma di un fuoriuscito dall’UGL della Direzione generale dell’INPS, approdato alla UIL, e nominato (da chi?) “rappresentante nazionale” del Movimento. Che brividi!!! Come “rappresentante del Lazio” c’è un neo iscritto UIL, in carico alla sede di Monteverde, mentre per la Direzione generale troviamo una eletta RSU nelle liste della UIL. E così via. Leggete con attenzione il comunicato che vi inviamo in allegato e diteci se non è una sviolinata nei confronti della UIL. Per inciso, non sappiamo quali sindacati abbiano incontrato quelli del “Movimento”, ma alla USB non è mai arrivata una richiesta d’incontro. Non vi sembra “strano”?
Smascherate le speculazioni, resta il problema vissuto sulla propria pelle da migliaia di lavoratrici e lavoratori dell’INPS. Da tempo abbiamo indicato l’esigenza di costruire un’Assemblea nazionale delle Aree A e B per concordare una piattaforma condivisa e individuare un percorso di lotte che scardini il blocco della crescita professionale.
Nei prossimi giorni proporremo data e modalità di svolgimento dell’iniziativa nazionale che, speriamo, sia raccolta e fatta propria dalle RSU.
Aderente
alla FSM