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MEDIAZIONE CIVILE: GAME OVER

Roma,

Ad aprile la Commissione Europea, esaminando la legge italiana sulla mediazione, la bocciava integralmente concludendo: “La direttiva CEE 52/2008 andava interpretata nel senso di diffondere la cultura di soluzioni alternative al contenzioso nei Tribunali ma deve avere carattere di volontarietà; la legge italiana ponendo pesanti sanzioni a chi non si adatta alle scelte del mediatore compromette non solo il carattere volontaristico che la legge deve avere, ma anche la serenità di decidere se e quando concludere il procedimento di mediazione qualora non si raggiunga un accordo soddisfacente;”.

Siccome non bastava il rilievo della Commissione Europea, anche la Corte Costituzionale con la sentenza di qualche giorno fa mette una pietra tombale su un istituto dannoso e inutile come la mediazione obbligatoria.

La USB da tempo denuncia interventi legislativi su materie “strategiche” che perseguono gli interessi più disparati, tranne quelli del cittadino, dell’utente e dei lavoratori della giustizia. (E’ di questi giorni un’analoga bocciatura della Corte Costituzionale sulla illegittima trattenuta del 2,5% del TFS dei pubblici dipendenti, stigmatizzando, peraltro, l’accanimento attuato dalle ultime finanziarie nei confronti del pubblico impiego).

Cresce lo sconcerto nel constatare che in Parlamento, dove dovrebbero esserci personaggi al servizio dello collettività, bivaccano da troppo tempo soggetti impegnati a stravolgere pesantemente i principi Costituzionali, pur di portare a termine il progetto di smantellamento dei Servizi Pubblici e con esso la privatizzazione della Pubblica Amministrazione. Altro che essere al servizio dell’intera collettività, queste sono persone che sono al servizio dei propri privilegi mentre la gente comune la riducono alla fame.

Infatti quanto è costata al cittadino la legge sulla mediazione? Esistono circa 700 organismi accreditati presso il Ministero e nel corso degli anni, si sono abilitati otre 60.000 mediatori.

Intorno a ciò si è costruita una enorme macchina economica: sono cresciute fantomatiche scuole, che si sono affrettate ad organizzare corsi sulla mediazione. Eppure in Italia esiste da anni l’arbitrato, istituto a cui si accede volontariamente per dirimere una controversia, senza andare davanti a un giudice. Dov’era quindi l’esigenza di inventare di sana pianta un duplicato, a pagamento, se non la necessità di favorire un sottobosco di organismi per una giustizia privata a pagamento e al servizio di qualcuno?

Un anno fa la USB affermava che con molti meno soldi, investendo semplicemente in persone e strumenti si poteva fare qualcosa di buono per la giustizia e come al solito, non ci sbagliavamo, ora il conto come sempre, lo faranno pagare ai cittadini e ai lavoratori.

Perché alcuni sindacati non denunciano questo sottobosco? E’ semplice perché anche loro non sfuggono a questa logica perversa. In questi anni si sono improvvisati assicuratori, piazzisti di fondi pensione integrativa, così come non è raro imbattersi in lavoratori che affermano di avere rilasciato una tessera sindacale (così accrescendo il consenso di costoro) in cambio di un corso, magari inutile, o un ricorso davanti all’autorità giudiziaria.

Occorre acquisire consapevolezza dell’importanza del servizio “pubblico”, l’unico in grado di garantire i cittadini ed i lavoratori.

DIFENDIAMOLO, CON USB SI PUO’