Da dieci giorni i medici dell’INPS sono in stato di agitazione. Tra i motivi della protesta il mancato rinnovo del contratto, scaduto da quattro anni, nel quale vorrebbero veder riconosciuto il ruolo di dirigente medico, nonché i continui rinvii del confronto all’interno dell’ente previdenziale per la disciplina della libera professione in intra moenia ed il riconoscimento dell’indennità di esclusività.
“Gli impegni assunti nei contratti integrativi vengono puntualmente disattesi – sottolinea il dott. Francesco Ammaturo, presidente dell’ANMI-FeMEPA RdB, l’associazione sindacale che rappresenta la maggioranza dei medici INPS – ed a fronte di un impegno straordinario del personale medico per gestire la notevole mole di verifiche sull’invalidità civile, l’amministrazione assume decisioni che mortificano la categoria e la ghettizzano nei confronti dei dirigenti e degli altri professionisti, come nel caso della diversa modalità di attestazione della presenza in servizio”.
“E’ urgente che il nostro Istituto spieghi ai propri medici, al governo ed ancor di più ai cittadini come intende adempiere ai delicati compiti in tema di verifica straordinaria affidategli dal Paese, senza la collaborazione del proprio ruolo medico-legale che da anni si espone ai rischi decisionali manageriali per venire poi relegato dall’INPS in un mero ruolo mansionistico, senza alcun riconoscimento della professionalità acquisita e senza adeguata perequazione economica. Eclatante è la diversa posizione assunta da altri Istituti Previdenziali per i propri medici”.
“Sembra quasi che l’amministrazione guardi con ostilità ai medici – conclude il dott. Ammaturo – e questo ci costringe a sospendere la disponibilità finora dimostrata e ad attenerci alle prerogative contrattuali, finché non matureranno le condizioni per un serio confronto risolutivo delle diverse problematiche”.
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