Il 14 marzo i lavoratori della Tper – l'azienda di trasporto locale della provincia di Bologna – hanno incrociato improvvisamente le braccia disobbedendo alla legge antisciopero voluta dai sindacati complici.
Ipocrita la posizione di chi ha subito bollato come incivile la modalità della protesta ma tace sulle sue motivazioni.
Tper - società creata un anno fa dalla fusione di Fer e Atc allo scopo di diminuire i costi e migliorare il servizio - è sull'orlo del fallimento con un buco di 9,4 milioni, disavanzo che ora si vorrebbe far pagare ai lavoratori con l'ulteriore peggioramento delle condizioni lavorative e agli utenti del servizio col taglio delle linee.
La situazione finanziaria della Tper preannuncia un futuro nero anche per noi ferrovieri.
Questa società, sponsorizzata anche da qualche sindacalaio nostrano, sembra interessata alla gara per la gestione del trasporto regionale e quindi rischia di essere il nostro prossimo datore di lavoro.
Il contratto di lavoro siglato dai sindacati complici si conferma come lo strumento per abbattere i diritti dei lavoratori e consentire allo stesso tempo lo smembramento delle ferrovie e dei ferrovieri.
Oltre a lottare contro un futuro che appare sempre più incerto bisogna contrastare le prepotenze aziendali e le continue svendite sindacali.
Con l'introduzione di IVU e delle 38 ore settimanali i nostri ritmi e tempi di lavoro sono diventati sempre più invivibili al punto che è quasi impossibile poter organizzare il proprio tempo libero anche a causa del colpevole ritardo con cui l'azienda consegna i turni.
Turni di lavoro che ad ogni cambio portano a un loro continuo peggioramento, cadenza dei riposi non più regolare – unica certezza in una vita lavorativa irregolare – visibilità dei riposi non rispettata, spostamento dei riposi, tempi accessori e lavorazioni non scritturate, pause per la fruizione del pasto ridotte all'osso o inesistenti, rfr ingiustificati e in continuo aumento, cadenza ossessiva delle presentazioni, impossibilità della fruizione delle ferie, una carenza di personale ormai decennale sopperita col ricorso sistematico al lavoro straordinario e alla soppressione dei treni, logistica inesistente o carente: sono tutti elementi che stanno condizionando pesantemente la nostra esistenza.
Come se non bastasse con la controriforma pensionistica si è aumentato di ben 9 anni la nostra attività lavorativa al punto da rendere quasi impossibile il raggiugimento dei 67anni richiesti e la possibilità di preservare i requisiti psico-fisici.
Le ferie estive, ridotte a 15 giorni e senza alcun abbinamento con i periodi invernali, da diritto sacrosanto di tutti i lavoratori stanno diventando oggetto di clientele di qualche caricatura sindacale che ha smarrito del tutto il senso della vergogna.
È giunto il momento di dare una risposta forte alle prepotenze aziendali e alle farse dei sindacati complici, bisogna passare dalle lamentele ai fatti. Per questo USB ha avviato le procedure di raffreddamento con l'obiettivo di arrivare alla proclamazione di uno SCIOPERO REGIONALE DEL PERSONALE MOBILE.
LOTTIAMO PER TURNI VIVIBILI E UMANI PERCHÈ LA QUALITÀ DEL LAVORO INFLUISCE SULLA QUALITÀ DELLA VITA.
TURNI DI RISPETTO PER GLI OVER 45ANNI.
CANCELLAZIONE DELLA CONTRORIFORMA PENSIONISTICA.
RIPRISTINO DEL DPR 374 VERA CLAUSOLA SOCIALE PER UGUALI CONDIZIONI DI LAVORO IN TUTTE LE AZIENDE DI TRASPORTO.
RINNOVO DELLE RSU CON LIBERE ELEZIONI.