Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

Lombardia Sanità Pubblica Picchetti

MILANO, LE OPERATRICI SANITARIE PRECARIE DEL POLICLINICO OCCUPANO IL TETTO DEL PADIGLIONE ALFIERI

Milano,

“Siamo le MADRI NELLA CRISI – dicono tutte assieme le donne che da oggi occupano il tetto del Padiglione Alfieri del Policlinico di Milano - e oggi abbiamo deciso di dare sfogo alla nostra rabbia; rabbia che nasce dall'essere state prese in giro da troppi anni - alcune da oltre venti - vivendo nell'odioso incubo del precariato che ha di fatto contraddistinto la nostra vita lavorativa."

"Domani - continuano - saremo lasciate a casa, perderemo il posto di lavoro al Policlinico nel quale siamo state impiegate da tantissimi anni!"

"Succederà nella Milano dell'EXPO 2015  - concludono - che doveva portare lavoro ma che nei fatti sta portando disoccupazione e miseria. Siamo in 100 e quello che ci sta accomunando in questa tragedia è la nostra rabbia per l'eterna incertezza del lavoro, la stessa incertezza che - per decreto ministeriale - sta portando un'intera generazione alla precarietà a vita”.

 

“Oggi lanciamo il nostro grido: ADESSO BASTA!" - dichiara Rosanna dell'Unione Sindacale di Base, lavoratrice anche lei licenziata come le sue colleghe - e usciamo dall'invisibilità e dal ricatto occupando questo tetto, per amplificare la nostra voce di Madri costrette a vivere da precarie nonostante si voglia far credere che la condizione di precarietà riguardi solo i giovani”.

 

"Passeremo qui la notte! non avremmo voluto stare su questo tetto nemmeno per un secondo - continua Rosanna - ma sindacati asserviti e vertici aziendali ci hanno riempito di bugie e di falsità. Da oggi ci riprendiamo la nostra dignità. Chiediamo che si apra una trattativa vera che coinvolga  l'assessore alla Sanità della Regione Lombardia, gli  assessori alle Politiche Sociali e al Lavoro del Comune di Milano,   assieme a noi e al nostro sindacato. Fino ad allora, questo tetto diventerà la nostra casa e da questo tetto convocheremo tutte le donne e le madri che vivono la nostra condizione di lavoratrici."