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federazione e pubblico impiego

Ministero della Salute allo sbando: non bastano diffide e stato di agitazione

Nazionale,

Le infelici ed infauste scelte politiche dell’ultimo ventennio hanno sancito la scomparsa del Servizio Sanitario Nazionale pubblico a favore di venti diversi servizi sanitari regionali aziendali a vantaggio della sanità privata.

 

Il Ministero della Salute, privato delle competenze che la Costituzione e la riforma sanitaria gli avevano attribuito, ora smarrisce anche la centralità e l’uniformità dell’azione amministrativa tra uffici centrali e periferici, frutto anche di regolamenti di organizzazione fallimentari che invece di mirare all’efficacia e al potenziamento dei servizi sul territorio sta portando al suo fallimento. Una vera e propria deregulation iperliberista.

 

La Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria, che ha consegnato le sorti dei SASN nelle mani di un direttore di ufficio centrale senza dipendenti, è solo uno degli esempi più eclatanti!

 

Ed il proliferare di iniziative autonome nascoste e non ufficiali di molti direttori di ufficio e direttori generali, segnalate da centinaia di lavoratori, sta mettendo in atto una vera e propria situazione non dichiarata di intimidazione e discriminazione nei confronti dei lavoratori non di ruolo a rapporto convenzionale e di ruolo del comparto.

 

Al punto che sembrano esistere più ministeri nel Ministero, direzioni generali che vanno per conto proprio, scarica barile di responsabilità tra sede centrale e periferia, dirigenti di uffici centrali e periferici che, credendosi presidenti della Repubblica (non ce ne voglia il grande presidente partigiano Sandro Pertini) emanano circolari per fare impropriamente rientrare in servizio i lavoratori in lavoro agile (!), decidono che gli infermieri non di ruolo a rapporto convenzionale dei SASN devono partecipare a fantomatici corsi di aggiornamento e occuparsi delle ricette elettroniche (!), decidono che non si devono concedere i         permessi  per i  figli e i  bonus previsti dal Governo (!) e addirittura emanano regolamenti di organizzazione e istituiscono nuove figure professionali come succede in Toscana (!), tanto per citarne qualcuna.

 

In questa ottica si penalizza la rete periferica, che rappresenta il vero motore del Ministero della Salute, per gli introiti economici e per le competenze del controllo delle merci, dell’assistenza sanitaria e medico-legale al personale aeronavigante e quelle in materia di sanità animale, veterinaria e dei farmaci.

 

Non per questo si vuole denigrare la preziosa attività del centro, resa dai lavoratori e dai tantissimi validi dirigenti (e ce ne sono), ma senza la rete periferica e ai pochi lavoratori rimasti e benché le competenze siano fortemente ridotte, il Ministero sarebbe bello che estinto, ma forse e purtroppo già lo è.

 

Lo specchio di questa situazione è rappresentato dal Protocollo sulla Sicurezza e la Prevenzione dell’8 giugno firmato solo dal 5% delle OOSS, che non recepisce affatto le responsabilità del Ministero sul benessere psicofisico di tutti i suoi uffici, in special modo per gli uffici periferici, e lo fa solo in parte per gli uffici centrali.

 

Anche in materia di Lavoro Agile, che è legato alla Sicurezza e alla Prevenzione, il Ministero agisce su due binari creando una vera e propria giungla. Da una parte il canale ufficiale delle riunioni con le OOSS (sempre senza il D.G. del Personale) che il 7 luglio vedrà un altro episodio per regolare il lavoro agile in emergenza e prorogarlo - come richiesto dalla USB PI - in attesa di decisioni del Governo e della regolamentazione del L.A. post-emergenza.

 

L’altro binario è percorso dai dirigenti che richiamano autonomamente in servizio i lavoratori del comparto in lavoro agile, alterando le norme di prevenzione e contenimento.

 

Negli USMAF-SASN le presenze in giugno sono state del 40% (!), ma anche ad aprile le presenze erano del 37% (!) durante il picco della pandemia COVID19!

Negli UVAC-PIF le presenze di giugno sono del 21% e in aprile erano del 30% (!)

La DGPOB è balzata dal 13% di presenze di aprile al 30% attuale (!), gli uffici del Ministro dal 33% di aprile (!) al 48% di giugno (!)

 

Anche se le percentuali medie di presenza dall’inizio dell’emergenza sanitaria (che è prorogata al 31/12/2020) negli uffici non centrali sono 28% di aprile e 34% di giugno, negli uffici centrali sono 10% di aprile e 20% di giugno.

 

Questo dimostra che il Ministero non ha applicato in tutti i suoi Uffici le norme dei DPCM del Governo, le direttive del Ministro per la P.A., dell’I.S.S. e delle altre istituzioni, compreso le prescrizioni dello stesso Ministero della Salute (!) in materia di prevenzione e contenimento della pandemia COVID19.

 

Ci hanno raccontato che nelle sedi centrali di Roma occorreva l’autorizzazione preventiva per l’ingresso saltuario dei lavoratori del comparto, per osservare le norme sul distanziamento sociale e sugli assembramenti, garantire la sicurezza e la prevenzione del contagio e per le immediate operazioni di sanificazione della stanza di ufficio e degli ambienti occupati da personale e dall’utenza esterna per appuntamento. Mentre alle sedi UVAC-PIF e USMAF-SASN il Ministero non ha riservato lo stesso trattamento, provocando ingressi indiscriminati dell’utenza e dei lavoratori, i quali dovevano essere posti in Lavoro Agile dai dirigenti.

 

Ma evidentemente il Ministero ha usato due pesi due misure, lasciando questi Uffici senza controllo e prevenzione, Uffici abbandonati da decenni nelle strutture e per le quali il Protocollo Sicurezza e Prevenzione non prevede un soldo per l’ammodernamento e per l’adeguamento alle norme sulla sicurezza previste dal DLgs 81/08.

 

Ricordiamo che molti lavoratori sono stati costretti a recarsi periodicamente negli Uffici perché le procedure da remoto non consentivano e non consentono attualmente di svolgere appieno da remoto le attività - anche indifferibili a distanza -, dimostrando un senso del dovere non scontato per il trattamento ricevuto.    

 

Ora sembra che tutto sia finito, nonostante l’emergenza sanitaria sia prorogata al 31/12/2020. In molte D.G. delle sedi centrali di Roma si registrano affollamenti già da un mese, così come nella rete periferica del Ministero, ancora prima dell’emanazione di regole sul Lavoro Agile che il Ministero sembra rinviare il più possibile o proporre un accordo su L.A. in emergenza fino al 31/7/2020 come l’ennesimo pasticciaccio, dannoso ed inutile che non firmeremo. Sarebbe meglio concentrarsi sulla proroga al 31/12/2020 in attesa di direttive del Governo e definire subito un atto di indirizzo sul Lavoro Agile nella fase post-emergenza. Dal 1 agosto faranno rientrare indiscriminatamente, cosa pensano di fare?

 

A conferma di quanto denunciato, apprendiamo nota 26/6/2020 DGPOB con un questionario Medico Competente per le sedi centrale, inviato ai lavoratori sedi centrali e non alle OOSS, il cui scopo non risulta affatto chiaro. Ci segnalano ancora inadempienze sui DPI negli Uffici non centrali che svolgono prevalentemente attività sanitaria ambulatoriale.

 

Infine si rinnova fino alla nausea l’invito alla piena responsabilità del Ministero della Salute e dei suoi vertici, per dare DIGNITÀ e riconoscimento del RUOLO per fare uscire dall’invisibilità gli infermieri e le altre professioni sanitarie non mediche dei SASN, che non hanno visto un euro di bonus e non gli hanno concesso i permessi per figli, come prescritto dall’INPS in risposta ad un quesito proprio della DGPRE - Ufficio 10!

 

Per questi colleghi, meno di cento, il Ministro Speranza e il D.G. della Prevenzione Sanitaria devono dare risposte immediate e riprendere il tavolo politico iniziato ed interrotto a luglio 2019!

 

CARO MINISTRO, nel suo Ministero ha personale che non ha diritto ai diritti e alle tutele sociali, ne prenda atto e provveda al passaggio nei RUOLI, prima che qualche trasmissione televisiva dia spazio e in pasto all’opinione pubblica questa realtà esistente nel Ministero della Salute, che di certo non ci farebbe una bellissima figura.

 

E se il Ministero della Salute proprio non riesce a farsi rispettare in Parlamento e in Consiglio dei Ministri per fare approvare provvedimenti per il proprio personale - ultimo esempio le misere 19 assunzioni di amministrativi nel Ministero Salute su un totale di 2133 laureati tra cui centinaia di assunzioni anche negli altri Ministeri “piccoli” - allora si  concentri su un provvedimento di prepensionamento per gli over 55 del Ministero, stanchi, sfiduciati e demotivati, in un Ministero sempre più vecchio e in coma!

 

Roma 2 luglio 2020

 

USB Pubblico Impiego - Ministeri