La riunione di venerdì 25 febbraio, sul PNRR e orario di lavoro dei nuovi assunti, ha fatto emergere con chiarezza le vere intenzioni del Ministero sul futuro degli addetti all’Ufficio del Processo in termini di mansioni e di orario di lavoro.
Nuove forme di schiavismo, al passo con i tempi del liberismo, in cui i giovani arrivati sono costretti ad orari non contrattabili, ma soprattutto obbligati a svolgere mansioni non previste nel bando di concorso.
In sostanza, chi rappresentava l’Amministrazione ha affermato che o si adeguano oppure la porta è aperta e possono pure andare.
Un’arroganza senza pari, non degna di chi ha rivestito la toga da magistrato, per quanto ci siano magistrati e magistrati.
Intimidazioni mai viste nel Ministero della Giustizia neanche quando il dicastero era governato dalla destra.
Sentirsi dire che i lavoratori della giustizia sono dei fortunati e che dovrebbero fare un giro nel privato per capire quali sono i diritti calpestati è veramente disgustoso… soprattutto se detto da chi fa parte di una categoria, quella dei super fortunati magistrati, meglio pagata al mondo, che fa carriera automaticamente e anche la più delegittimata alla luce delle recenti inchieste emerse, Palamara docet.
Dovrebbe farlo lui un giro nel privato e poi far sì che chi calpesta i diritti venga punito, altro che minacciare.
La reazione comunque è di chi ha ben chiaro che il progetto, rispolverato e messo in campo con il PNRR, è un progetto fasullo destinato a fallire prima ancora di iniziare.
La USB P.I. – Giustizia, sin dagli albori, sottolineò che il problema della giustizia non è la produttività dei giudici ma lo smaltimento dei provvedimenti dei giudici a cura delle cancellerie, tuttavia i pressapochisti del Ministero hanno continuato imperterriti nelle loro scelte scellerate.
Salvo poi sovvertire gli ordini e fattori, ammettendo implicitamente che le necessità erano altre, obbligando i nuovi assunti a svolgere mansioni di cancelleria che nulla hanno a che vedere con le funzioni previste dal decreto legge 80/2021 convertito con modificazioni dalla legge 113/2021 e richiamate dal bando RIPAM indetto in data 06 agosto 2021 e pubblicato sulla gazzetta Ufficiale n. 62.
Quindi questi giovani, oltre che precari e ricattabili, a detta dell’Amministrazione, non hanno capito nulla di quali fossero le funzioni che avrebbero dovuto svolgere, se pensavano che sarebbero venuti negli uffici giudiziari a fare i vice magistrati.
La verità è che, ancora una volta, i vertici dell’Amministrazione hanno dimostrato le loro incapacità e pur di non ammettere i loro errori si arrampicano sugli specchi affermando tutto ed il contrario di tutto.
La USB P.I. - Giustizia ritiene inaccettabili questi atteggiamenti, nonché pericolosi non solo per gli ultimi arrivati, ma per tutto il personale della giustizia.
Da qui ad arrivare a decidere orari di lavoro diversi per tutto il personale, il passo è breve.
USB P.I. - Giustizia vigilerà e si opporrà con tutte le proprie forze per evitare che vengano calpestati i diritti di TUTTI i lavoratori della giustizia.
I LAVORATORI DELLA GIUSTIZIA AL SERVIZIO DEL PAESE
MAI SERVI DI NESSUNO!
DAI FORZA A USB AI TAVOLI DELLE TRATTATIVE E VOTACI ALLE ELEZIONI RSU DEL 5-6-7 APRILE 2022