Sapevamo che la vittoria referendaria avrebbe potuto segnare il momento di una forte riscossa del mondo della scuola: questo poteva essere il momento giusto per pretendere l'abrogazione della legge 107 e minare dalle fondamenta la buona scuola renziana.
Cgil, CISL, UIL e Snals, festeggiano, invece, il capodanno con un'intesa politica sulla mobilità che divide i lavoratori, aprendo una guerra tra precari e docenti di ruolo
Un anno fa l'algoritmo folle, quest'anno le percentuali, la cui logica rimane oscura. Sostanzialmente tecnicismi inutili che non mettono al centro i veri nodi della scuola italiana: la trasformazione dell'organico di fatto in diritto (130.000 le supplenze che ogni anno vengono assegnate e che rappresentano posti a tempo determinato da stabilizzare immediatamente); 15.000 i posti in deroga sul sostegno, da trasformare subito in organico di diritto; l'eliminazione della chiamata diretta e degli ambiti territoriali come unica condizione per potere cominciare a trattare con un governo sull'orlo di una crisi di nervi; l'abolizione del bonus premiale e la fine della valutazione ad opera del dirigente; la resa dei conti sull'alternanza scuola lavoro.
Su questi temi avevamo lanciato un appello alla mobilitazione, così da costringere il governo all'abrogazione della legge, ma i sindacati gialli dimostrano ancora una volta di sapere concludere solo accordi illusori, che danno ossigeno al governicchio para-renziano.
L'eliminazione del vincolo triennale era un dovere del MIUR, dopo il caos causato dall'algoritmo che non ha rispettato nessun criterio sensato e ha sconvolto la vita di tantissime famiglie. Le immissioni in ruolo sono un diritto dei precari GaE e dei vincitori di concorso dopo la fatica profusa per vincerlo e gli anni di servizio nella scuola, il resto dell'intesa è solo svendita di diritti e accettazione della legge 107.
Le aliquote completamente sballate e ingiustificate mostrano l'assenza di qualsiasi percezione della situazione reale. L'ibrido scuola-ambito nella scelta rappresenta un mostro giuridico che determinerà solo divisioni e condizioni di lavoro diverse per lavoratori uguali.
Per molto tempo come USB scuola abbiamo dichiarato che la legge 107 si doveva e si poteva fermare; i sindacati complici avrebbe potuto, come minimo, pretenderne la modifica in quei punti nevralgici che la rendono orribile e lesiva dei diritti di studenti e docenti. Tra questi punti c'è ovviamente la chiamata diretta.
L'accordo che CGIL, CISL, UIL e Snals si vantano entusiasti di aver strappato al MIUR, è in realtà l’ennesimo accordo illusorio che misura la distanza dei sindacati gialli dalle esigenze reali dei lavoratori, un guazzabuglio che non sarà facile districare con il CCNI tutto da scrivere realmente perché l'intesa politica è solo una bufala di riaccreditamento reciproco dei firmatari che non porterà ad alcun riscontro effettivo di soluzione dei problemi generati dalla legge 107.