Venerdì 20 dicembre è la giornata nazionale di mobilitazione indetta dall’Unione Sindacale di Base contro lo sfruttamento del lavoro in Ikea. Le strutture territoriali e i facchini di USB volantinano davanti a tutti i negozi della multinazionale svedese per sensibilizzare i consumatori rispetto ai comportamenti di un’azienda che sbandiera le sue politiche ambientali virtuose ma non tiene in nessun conto la salute dei dipendenti e quella dei lavoratori delle cooperative che forniscono servizi a Ikea.
Per garantire prezzi vantaggiosi, Ikea ricorre infatti al sistema degli appalti, affidando la movimentazione delle merci a cooperative che si servono di precari. Quando un lavoratore di queste cooperative si ammala, si infortuna o va in maternità, non percepisce l’integrazione economica che il datore di lavoro deve pagare rispetto alla quota coperta da Inps o Inail per raggiungere il 100% del salario.
Il risultato è che un facchino, per non vedersi decurtato in modo pesante un salario di 1200-1300 euro – appena sufficiente a sfamare la famiglia - perché la malattia non viene pienamente retribuita, va a lavorare anche in condizioni precarie, con i conseguenti rischi di incidenti sul posto di lavoro, come spesso purtroppo accade.
I diritti dei lavoratori vanno rispettati, a partire da quello alla salute, come peraltro stabilito dall’articolo 32 della Costituzione. Le multinazionali che operano in Italia devono rispettare le leggi e le norme in vigore nel nostro Paese.
Unione Sindacale di Base – Settore Logistica