Dati impressionanti, quelli diffusi dall'Osservatorio indipendente di Bologna sulle morti bianche. Nei primi sei mesi dell'anno c'è stato un drammatico incremento dei decessi sul lavoro: il 21% per cento in più rispetto allo scorso anno, con 269 morti.
Ma dalla lettura dei dati emergono aspetti che rendono, se possibile, ancora più inquietante questo tragico bilancio. L'Osservatorio infatti registra anche i decessi avvenuti per incidente sul percorso casa lavoro o in viaggio. In questo modo il dato raddoppia raggiungendo l'incredibile cifra di 509 vittime.
Ma tutti i dati sono estremamente interessanti ed illuminanti per capire quali siano oggi le reali condizioni di lavoro. Dalle categorie maggiormente interessate (agricoltura ed edilizia) alla diffusione sul territorio (Lombardia e Sicilia in testa a questa penosa classifica).
A questa ecatombe vanno aggiunti poi le migliaia di feriti per incidente sul lavoro, con tutte le drammatiche conseguenze che questi eventi spesso comportano. E' significativo che i dati per questi infortuni siano incerti perché spesso non vengono denunciati, o si ricorre a cure private per evitare conseguenze ai datori di lavoro.
Solo nelle ultime ore sei nuove vittime, sempre più spesso relegate in cronaca locale e sempre più in fretta dimenticate e rimosse.
Di fronte a questa vergogna come dimenticarsi degli incredibili applausi regalati poche settimane fa dalla platea confindustriale all'amministratore delegato di Thyssen, che qualcuno ha "osato" condannare per la strage avvenuta nello stabilimento di Torino ?
Le parole di Draghi, che ha recentemente invocato più flessibilità in uscita nei rapporti di lavoro, gli sforzi disumani che governo confindustria e sindacati concertativi stanno facendo per smantellare il contratto collettivo nazionale e ogni residuo di tutela ancora esistente, l'operato infaticabile di Sacconi per ridurre l'impatto delle sanzioni e dei controlli per il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro sono tutti indicatori di quali invece siano le vere priorità oggi rispetto al lavoro. Dare mano libera alle imprese per garantire sviluppo a qualsiasi costo. La crisi economica giustifica tutto e viene usata in modo spregiudicato per eliminare le ultime tutele di cui ancora beneficiano i lavoratori.
Solo fermando questo scellerato disegno si ferma la strage. La sicurezza sul lavoro si ottiene ricostruendo un sistema forte di tutele e controlli efficaci e reali, ma soprattutto rimettendo il lavoro e i lavoratori al centro dell'attenzione, liberandoli dalla paura e dal ricatto occupazionale.
USB LIGURIA