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Metalmeccanici

MOZIONE CONTRO ACCORDO 22 GENNAIO sulla RIFORMA DEGLI ASSETTI CONTRATTUALI

Milano,

Approvata dall'assemblea dei delegati al congresso privinciale di Milano della FLMUniti-Cub

Il congresso della FLMUniti Cub di Milano da un giudizio pesantemente negativo sull’accordo  del 22 gennaio sulla riforma degli assetti contrattuali.


E’ da oltre un decennio che i contratti nazionali siglati dai sindacati confederali sono sottoposti a vincoli che nulla hanno a che fare con gli interessi e le esigenze dei lavoratori e questo accordo è una ulteriore tappa della politica concertativa iniziata nel 1993 e proseguita in questi anni con il progressivo smantellamento dei diritti e delle condizioni dei lavoratori e il progressivo abbassamento dei salari.


Si prosegue nell’allungamento della vigenza dei contatti aggiungendo a quella normativa anche quella salariale che passa da due a tre anni.


Si prosegue nello sganciamento della dinamica salariale dalla dinamica dell’inflazione cambiando indice di riferimento ed escludendo l’aumento dei prezzi energetici importati e riducendo la base salariale a cui applicare questo indice.


Si prosegue nell’attacco al diritto di sciopero limitando nei servizi pubblici locali il potere di indire gli scioperi e ampliando i periodi di tregua sindacale.


Si prosegue nel limitare gli aumenti salariali della contrattazione aziendale sempre più legati alla sola produttività e si prosegue nella defiscalizzazione di questi premi ovvero riducendo tasse e contributi per i padroni e diminuendo l’incidenza di questi aumenti sugli istituti differiti (TFR, pensioni, ecc) dei lavoratori.


Si prosegue con gli enti bilaterali che trasformano sempre più il sindacato in “socio d’affari” del padrone.


Si prosegue nella limitazione della democrazia e della rappresentatività sindacale prefigurando nuove regole più “restrittive” in questo senso.


Tale pessimo accordo segue una pessima piattaforma stilata da tutti i sindacati confederali senza alcuna consultazione dei lavoratori. Quindi la mancata firma da parte della CGIL dell’accordo più che un ripensamento e una profonda revisione della sua linea sindacale appare essere solo un colpo di teatro funzionale alla definizione di referente principale di governo e  padronato.


Le critiche che la CGIL muove a questo accordo sono esattamente le stesse che si potrebbero fare a molti degli accordi che la stessa CGIL ha firmato senza batter ciglio dal 1993 in avanti, non solo ma in alcuni settori sono state presentate piattaforme contrattuali anche con il consenso della CGIL che applicano le nuove regole previste dall’accordo.

Solo attraverso un allargamento della lotta in tutte le fabbriche dando continuità agli scioperi generali del sindacalismo di base del 17 ottobre e del 12 dicembre 2008 sulle nostre parole d’ordine anche attraverso momenti di lotta più articolati e incisivi sarà possibile dare una vera sterzata alla politica sindacale italiana.