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Toscana

Museo Pecci Prato. Il Giudice del Lavoro condanna COOP CULTURE alla liquidazione degli arretrati derivanti da maggiorazioni per lavoro supplementare dovuti a due ex lavoratori

Prato,

L’Ufficio del Giudice del Lavoro del Tribunale di Prato, con sentenza n. 174/2023, ha condannato la Società Cooperativa Culture alla liquidazione degli arretrati derivanti da maggiorazioni per lavoro supplementare dovuti a due ex lavoratori che hanno prestato servizio presso il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, a Prato.

Per anni i dipendenti della cooperativa hanno lavorato per un monte ore sensibilmente superiore a quello previsto dal loro contratto, vedendo pagate le ore supplementari come ore “regolari”: una prassi che CoopCulture pratica in maniera estensiva su diversi appalti, in violazione di quanto previsto dal CCNL.

Questa vittoria giudiziaria è frutto di una lunga battaglia portata avanti da USB negli ultimi anni per il miglioramento delle condizioni lavorative dei lavoratori dei servizi museali a Prato, che non poteva prescindere dall’esigere il riconoscimento e il pagamento delle maggiorazioni per lavoro supplementare. Un riconoscimento particolarmente importante per lavoratori che spesso e volentieri sono costretti a part-time involontari con retribuzioni già molto basse, dovute inoltre all’applicazione del CCNL Multiservizi invece di quello di categoria Federculture.

La scrivente O. S. era riuscita ad ottenere nel corso di questa battaglia il rispetto del CCNL e il pagamento delle maggiorazioni previste per le prestazioni future. Mancava all’appello la liquidazione di quanto dovuto per le ore supplementari prestate nel corso degli anni passati.
Due lavoratori della cooperativa, grazie al supporto legale di USB, avevano fatto vertenza, dopo aver provato invano a interpellare l’amministrazione di CoopCulture, che ha sempre rifiutato ogni confronto. La speranza è che questa sentenza sia un primo passo per porre fine a questa pratica illecita da parte di CoopCulture e che i lavoratori possano sanare finalmente il torto ricevendo gli arretrati dovuti e non pagati.

Questa vicenda si collega agli incresciosi fatti della scorsa estate che hanno visto il licenziamento illegale di due dipendenti della Fondazione per le arti contemporanee in Toscana, che gestisce il Centro Pecci, poi per fortuna reintegrati: è evidente che il rispetto dei diritti dei lavoratori non sia tra le priorità del presidente della Fondazione Bini Smaghi e del direttore del Centro, Collicelli Cagol. In entrambe le vicende il Comune di Prato si è mosso con colpevole ritardo o, per quanto riguarda le rivendicazioni dei lavoratori in appalto, ha addirittura ignorato le richieste rivoltegli: questo nonostante finanzi e detenga la maggioranza della titolarità della fondazione oltre ad essere il soggetto appaltante del contratto di affidamento assegnato a CoopCulture. L’augurio è che il Comune di Prato si muova a tutela dei diritti dei lavoratori impiegati nei suoi appalti ora che questa sentenza ha accertato la violazione del CCNL, il cui rispetto e la cui applicazione rientra tra i doveri e gli oneri della Cooperativa come previsto esplicitamente nel bando di affidamento.

Si invitano tutti i dipendenti e gli ex dipendenti di CoopCulture sottoposti a questo trattamento a mobilitarsi per recuperare gli arretrati a loro dovuti e per esigere la liquidazione degli arretrati. La lotta paga!