ORA TOCCA ALLE PERIFERIE. SABATO 9 LUGLIO UN INCONTRO NAZIONALE A NAPOLI
Il voto alle amministrative del 19 giugno con la pesante sconfitta del PD e del governo Renzi e la vittoria in alcune delle aree metropolitane più importanti del paese, Roma, Napoli, Torino, dei candidati sindaci anti austerity, hanno aperto una nuova fase politica.
La vittoria della Raggi e dell’Appendino e la riconferma a Napoli del sindaco De Magistris, ci dicono chiaramente che le masse popolari non ne possono più del programma di svendita del patrimonio pubblico, delle privatizzazioni, della spada di Damocle del debito, dei patti di stabilità che stanno degradando la vita sociale delle nostre città e dell’intero paese.
Quella parte di popolo che è andata a votare ha mandato un segnale forte e chiaro al governo Renzi e alle amministrazioni prone ai diktat del governo centrale e dell’UE: non si può continuare sulla strada della svendita del patrimonio, della desertificazione dei diritti sociali.
C’è una sfida importante che hanno di fronte sia le nuove giunte, votate soprattutto nelle periferie per il loro programma di opposizione alla solita politica di appropriazione privatistica del bene pubblico sia i movimenti sociali che da anni lavorano per fermare lo smantellamento dei diritti sociali.
La sfida è andare fino in fondo nel programma antiliberista e di rilancio dell’economia pubblica.
Le nuove amministrazioni dovranno mettere in pratica i propositi politici-elettorali non chiudendosi nel fortino della propria raggiunta legittimità istituzionale ma applicare nel prossimo futuro provvedimenti di rottura con la filosofia dell’ordine liberista: bloccare a tempo indeterminato la pratica degli sgomberi e degli sfratti, mettere in discussione il meccanismo del debito, violare la supposta legalità del pareggio di bilancio, impedire la privatizzazione dei servizi pubblici locali e dove sono già privatizzati procedere verso la loro ripubblicizzazione, mettere in corso programmi metropolitani del lavoro a partire dall’ampliamento delle piante organiche dei servizi pubblici.
Il movimento delle periferie ribelli vuole esercitare dal basso un’azione di controllo e promuovere forme di democrazia partecipata, perché il cambio nelle istituzioni non basta se poi manca la capacità di sostenere le trasformazioni attraverso una pressione quotidiana e popolare. E’ questo il modo in cui intendiamo produrre anche un aggiornamento degli Statuti Comunali, dando più spazio alla democrazia ed alla partecipazione diretta, in netta controtendenza con la controriforma della Costituzione promossa dal governo Renzi-
Il nostro ruolo è promuovere e organizzare la partecipazione nelle periferie su un programma di difesa dei diritti sociali: diritto al lavoro, alla casa, alla salute, alla mobilità, alla conoscenza. Siamo chiamati ad essere, oggi più che mai, una sentinella sociale, alla funzione di pressing, di vigilanza per cambiare verso alla vita delle nostre periferie.
E’ il momento della partecipazione, della speranza, della concreta possibilità di rompere la politica dei comitati di affari sulla pelle della gente delle periferie.
Le periferie ribelli di questo paese vogliono andare fino in fondo, non cederemo sul nostro programma.
Per questo chiamiamo tutti a un’assemblea pubblica nazionale presso il Polifunzionale di Soccavo (Napoli) sabato 9 luglio alle ore 11.
Periferie ribelli in marcia!
<form rel="async" class="commentable_item" method="post" data-ft="{"tn":"]"}" action="http://www.asia.usb.it/ajax/ufi/modify.php" id="u_1a_a">
</form>