Stamane la FLC insieme ad un arcipelago di associazioni corporativistiche utili allo scopo, sono in festa. Festeggiano perché grazie al Ministro Poletti (quello del jobs acts, della disoccupazione giovanile in aumento e dei voucher) gli assegnisti di ricerca (quel personale sfruttato vicino al lavoro nero che è in perenne formazione pure a 50 anni, che pubblica come un professore ordinario ma ha un salario molto, ma molto più basso) da domani se verranno licenziati avranno la disoccupazione.
Vuoi mettere! Una svolta per loro e soprattutto per i loro responsabili (quelli che la CGIL tutela) che all’Università o negli EPR pensano alle chiamate dirette e, da domani, non avranno il patema d’animo che tra un contratto atipico, una borsa di studio e un dottorato magari gli rimangono a casa e non gli finiscono la pubblicazione.
Ora, la nuova conquista sociale. Da disoccupato sei indennizzabile. Grandi!
Mentre la FLC CGIL festeggia l’ennesimo arretramento nella lotta alla precarietà e si conferma sindacato che la gestisce invece di combatterla, USB CONTINUA NELLA CAMPAGNA INIZIATA IL 30 MARZO PER UNA VERA STABILIZZAZIONE NELLA RICERCA, RAPPRESENTANDO A PARLAMENTO E GOVERNO UN’ALTRA IDEA DELLA RICERCA E DEL LAVORO NEL NOSTRO SETTORE. UNA RICERCA STABILIZZATA E FINANZIATA, IN CUI SPARISCA IL LAVORO NERO, IN CUI CI SIA SOLO LA VERA FORMAZIONE (SOLO NEI PRIMI ANNI POST LAUREA) E IL LAVORO A TEMPO INDETERMINATO.
L’estensione delle misure assistenziali agli assegnisti, infatti, non fa che danneggiare la ricerca pubblica perché ne abbassa i diritti e aumenta la precarietà. Un danno non solo per i lavoratori precari, ma per tutto il sistema Ricerca che, se reso sempre più precario, è sempre più esposto al rischio di una massiccia privatizzazione, favorendo così il progetto generale del governo e della UE di un settore pubblico generalmente inteso in costante ridimensionamento.
Siamo certi che gli assegnisti di ricerca capiscano quanto questa misura assistenziale indebolisca il fronte della stabilizzazione. Ai dipendenti in ruolo che lavorano a fianco a fianco di questo personale sottolineiamo che la loro attività è minata dalla precarietà e dall’assenza di diritti che di certo non consentono di organizzare il lavoro e programmare.
Vedremo se le nostre richieste presentate al Governo in occasione della manifestazione del 30 marzo scorso saranno accolte, sia chiaro che USB continuerà a lottare per la stabilizzazione degli assegnisti come di tutti i precari della Ricerca.
PASSA DALLA TUA PARTE,
LOTTA PER UNA RICERCA STABILIZZATA E RILANCIATA!