Siamo famiglie e giovani precari, lavoratori a basso reddito e disoccupati, bambine e anziani. Da più di dieci anni viviamo in appartamenti di proprietà di INPS che una volta erano abbandonati, vuoti, lasciati al (vero) degrado, quello che svilisce e nega il diritto alla casa a migliaia di persone in questa città e in tutto il Paese.
Abbiamo occupato per necessità, perché non abbiamo un reddito sufficiente per pagare un affitto di mercato né possiamo accedere alle graduatorie delle case popolari, su cui da decenni si disinveste, lasciando l’Italia in coda tra i Paesi europei per offerta di alloggi pubblici.
Lo abbiamo fatto in una crisi economica permanente, fatta di disoccupazione strutturale, precarizzazione selvaggia, lavoro povero, bassi salari. Situazione che si aggravata per la pandemia che sta assediando tutto il mondo da quasi due anni.
Fin da subito ci siamo presi la responsabilità del nostro atto, dando immediata disponibilità per l’accesso a una sanatoria che garantisse il diritto all’acquisto a prezzi calmierati o la possibilità di un affitto sociale per chi non potesse comprare. Nel frattempo, abbiamo speso le nostre risorse per rimettere in sesto abitazioni fatiscenti, che avevano accumulato immondizia, perdite di acqua, sistemi elettrici vetusti: una situazione di pericolo per gli stessi inquilini dei palazzi, che abbiamo sanato e riqualificato con le nostre mani.
In questi anni Inps, attraverso la sua agenzia di gestione Romeo Spa, ha continuato a inviare richieste di pagamenti salatissimi sotto forma di “indennità di occupazione” che, ovviamente, non siamo riusciti a saldare per intero. E quindi sono arrivate lettere di sfratto e di pignoramenti esecutivi, che mettono in pericolo la nostra stessa sopravvivenza.
Ci chiediamo come sia possibile pensare di gettare in strada decine di famiglie. Il patrimonio degli enti è di fatto un patrimonio con “funzioni pubbliche”, che nella storia del Paese ha rappresentato uno strumento decisivo per rendere effettivo il diritto alla casa per milioni di lavoratori e lavoratrici. Oggi una situazione sociale esplosiva impone alla politica e alle istituzioni di riattualizzare la finalità pubblica di questo patrimonio, consentendo alle famiglie un processo di regolarizzazione equo e sostenibile.
Per queste ragioni di buon senso e di dignità, chiediamo al Presidente del Municipio III, primo riferimento di tutela e garanzia della nostra comunità territoriale, di convocare un tavolo di confronto tra Municipio, Comune di Roma, Regione Lazio e Inps, che lavori a una soluzione negoziale, equa e sostenibile per tutte le persone coinvolte. Allo stesso tempo, annunciamo la nostra massima determinazione a resistere davanti ad atti violenti di sfratto o di pignoramento che gettino in strada o mandino in rovina famiglie e inquilini.
COMITATO PER IL DIRITTO ALLA CASA INPS-NUOVO SALARIO
Per info: comitatocaseinps@gmail.com