Sono passati due mesi dalla firma degli accordi propedeutici all'avvio dell'operazione con cui Etihad acquisterà il 49% della nuova Alitalia e che dovrebbe rappresentare il rilancio della Compagnia nell'ambito di un grande progetto globale.
USB continua a rivendicare con grande forza la mancata sottoscrizione dell'Accordo Quadro che ha segnato un piano di licenziamenti di massa, dopo quello disastroso di Alitalia Lai del 2008.
Questo che arriva dopo solo sei anni, forse ancora più dannoso non solo perché è sancito un pericolosissimo precedente di licenziamenti di personale di volo e di terra: c’è stato il rifiuto a utilizzare misure alternative non traumatiche che erano invece disponibili, e c’è stata la mancata ricollocazione del personale all'interno di un settore che invece continua a crescere. Se Atlantia, una delle società che partecipa al capitale CAI e di AdR, comunica la crescita di quasi il 6% dei passeggeri nell'estate 2014, qualcuno ci dovrebbe spiegare perché invece si licenziano senza prospettive quasi mille lavoratori nella porta accanto.
Non solo, nello stesso accordo viene negata qualsiasi politica di incentivazione agli esodi agevolati, che invece avevano funzionato benissimo in SEA per esempio, e si è addirittura tagliato il diritto contrattuale al preavviso per chi sarà costretto a uscire. Chi ha cavalcato la rabbia sull'accordo del costo del lavoro, e sulla tredicesima ha finora evitato di spiegare che il preavviso rappresenta un valore di circa 10.000 (diecimila) mensilità tolte dalle tasche dei più deboli che invece potevano essere utilizzate come incentivo all'esodo.
Noi abbiamo scelto di non essere complici del licenziamento dei lavoratori che difendiamo. Questo é un fatto incontestabile e lo rivendichiamo.
Adesso i nodi vengono al pettine: tra qualche settimana l'azienda aprirà la procedura di mobilità espulsiva, ovvero, i licenziamenti, il peggior spettro di ogni lavoratore.
Riteniamo che parlare di esuberi davanti la prospettiva di sviluppo che la nascente alleanza Alitalia-Etihad produrrà sia quanto meno surreale. Ciò anche alla luce del macroscopico sottorganico che si è evidenziato oramai da mesi a questa parte, su tutti i voli di lungo raggio, l’assorbimento dei riposi la riduzione di programmazione di giornate di riserva. Tutto ciò compensa abbondantemente la previsione di messa a terra di macchine.
La realtà di questi giorni ci dice che questa Alitalia ha bisogno di personale già oggi anche senza l'arrivo di nuove macchine, figuriamoci dopo, proprio le recenti dichiarazioni di Mr. Hogan lasciano ampio spazio ad un possibile recupero di personale. Se questa dovrà essere una compagnia a cinque stelle come è stata definita la prima cosa da fare è garantire e forse anche aumentare un numero di addetti nei settori operativi per offrire servizi adeguati.
Nei prossimi giorni USB s'impegnerà con tutte le sue forze nella ricerca di possibili soluzioni alternative al licenziamento senza speranza insieme alle sigle sindacali che condividono questo impegno e sentono l’obbligo verso i lavoratori. Ma poiché non è il momento dei distinguo su temi del genere, USB lo farà a prescindere dalle scelte fatte in passato da altri che oggi sentono di rivedere determinate valutazioni in virtù di un cambiamento intervenuto cioè in riferimento alla realtà operativa disastrosa e anche alle prospettive illustrate da Hogan in persona.
- Noi riteniamo che si debbano fare tutti gli sforzi e utilizzare gli strumenti disponibili per azzerare gli esuberi almeno nei settori dove tutti i giorni è mostrata inefficienza per evidenti mancanze d'organico.
- Altro obiettivo deve essere la creazione di un bacino di ricollocazione del personale nell'alveo della nuova azienda e nelle industrie del settore (l'unico che cresce in Italia), che diano certezze a chi oggi subisce il licenziamento senza alcuna garanzia.
Sono intenti più che accettabili per i quali si può e si deve fare il massimo sforzo, per questo USB ha partecipato al primo presidio spontaneo che si è tenuto il 10 settembre scorso a Fiumicino ed è pronto a fornire tutto l'appoggio politico alle prossime iniziative. Chi tra i sindacati non è intervenuto a questo presidio ha poco tempo per decidere da che parte stare.
Invitiamo tutti i lavoratori coinvolti a non lasciarsi vincere dalla paura e dalla rassegnazione, stare insieme e vicini aiuta a non sentirsi soli.
Fiumicino, 15 settembre 2014 USB Lavoro Privato