Si è concluso con il ricevimento in Prefettura di una delegazione di lavoratori e rappresentanti della RSU 9 il presidio indetto sabato 23 aprile, dall’USB in piazza della Erbe a Viterbo per denunciare il licenziamento ingiustificato, lo scorso 8 marzo, di un lavoratore apprendista da tre anni in forza presso l’impianto manutenzione infrastrutture di Viterbo.
Le testimonianze dei lavoratori e dei rappresentanti sindacali intervenuti hanno evidenziato il nesso strumentale di questo licenziamento con la crisi dei rapporti sindacali che dall’inizio dell’anno sta mettendo in difficoltà l’azienda nella programmazione delle prestazioni di lavoro strettamente dipendenti dagli accordi stipulati a livello territoriale.
In assenza di questi accordi l’azienda ha scelto la linea dura verso i lavoratori: procedendo unilateralmente con l’imposizione di lavoro notturno straordinario e sul riposo settimanale; sfidando con arroganza le rappresentanze stesse dei lavoratori; e appunto sostenendo questa iniziativa arbitraria con la prepotenza dell’intimidazione e del ricatto punitivo.
Una linea di arrogante arbitrarietà che negli interventi di stamattina è stata spiegata come il naturale risultato della fondamentale accondiscendenza delle organizzazioni sindacali regionali storicamente firmatarie alle progressive pretese della dirigenza aziendale a cui, nel corso degli ultimi dieci anni, è stato consentito, attraverso il meccanismo degli accordi territoriali, di derogare pesantemente e in modo continuato ai limiti contrattuali sull’orario di lavoro giornaliero e settimanale: riducendo sistematicamente il riposo minimo giornaliero tra il lavoro diurno e quello notturno; incrementando in modo spropositato il lavoro notturno dei singoli lavoratori; imponendo il lavoro straordinario notturno, e sfondando costantemente le norme degli accordi nazionali vigenti sui limiti territoriali per l’utilizzo dei dipendenti del settore.
Specifica e forte denuncia è stata espressa anche per la palese azione di contrasto allo svolgimento delle assemblee dei lavoratori, operata in congiuntamente dalla dirigenza aziendale e dalle OOSS regionali di settore, rilanciando la rivendicazione di immediata indizione delle assemblee stesse e l’avvio di un percorso di sistematico e reale coinvolgimento dei lavoratori nella formazione delle scelte sindacali.
A fronte di questo scenario USB ha ribadito le ragioni dello sciopero di otto ore proclamato per il prossimo 6 maggio (in concomitanza del quale verrà svolto un altro presidio presso una delle sedi di RFI a Roma); rivendicato la reintegra immediata del lavoratore ingiustamente licenziato; annunciato la prosecuzione delle iniziative di lotta contro il sistema delle deroghe sull’orario di lavoro rivendicando la necessità di accordi territoriali rispettosi delle tutele contrattuali per la salute, la sicurezza, e la dignità professionale dei lavoratori del settore.
Infine, rispondendo alla richiesta di USB, una delegazione di lavoratori e rappresentanti sindacali è stata ricevuta dal delegato del Prefetto di Viterbo al quale sono stati spiegati i motivi dell’iniziativa appena conclusa e richiesto un interessamento per favorire un incontro sulla vertenza, che USB richiede da mesi, ignorata dalla dirigenza della DOIT Roma.
È stato concordato inoltre che nei prossimi giorni USB invierà una nota di sintesi che sarà posta all’attenzione del Prefetto stesso per il seguito del suo possibile interessamento alla vertenza nella DOIT Roma: con l’auspicio che almeno le istituzioni governative possano contribuire a ricondurre l’azione di RFI nell’alveo di relazioni sindacali più democratiche e rispettose della dignità dei lavoratori.
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