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Scuola

NO AI RICATTI AUTORITARI SI ALLA SCUOLA PUBBLICA

Nazionale,

25 giugno USB partecipa alla manifestazione di Roma contro il DDL

 

Nella giornata in cui è prevista la proposta di fiducia sul DDL, saremo in piazza per affermare il nostro disprezzo.  Il governo ha messo in scena il ricatto di non procedere alle assunzioni, con pretesti tecnici, legati ai tempi di approvazione del DDL. In realtà i tempi ci sono tutti, visto che i provvedimenti per le assunzioni sono sempre stati emanati tra fine luglio e i primi di agosto. Fermare le assunzioni sarebbe quindi di una scelta politica e non tecnica. Il problema è che le assunzioni in regime di “Buona Scuola” sono finte (incarichi triennali stile jobs act), mentre stabilizzare chi da anni già lavora nella scuola con le attuali regole significa assumere davvero.

Il governo ha chiesto al Parlamento di approvare una legge che lo delega ad emanare dei decreti. Chiede, ma poi impone con la scelta autoritaria di porre la fiducia perché non accetta che la quasi totalità dei soggetti coinvolti consideri uno schifo il provvedimento proposto. In questo modo Renzi fa una bruttissima figura, ma gli interessi in gioco sono tali da far preferire questa ad una bocciatura di una Legge che metterà i miliardi destinati all’istruzione in balia degli appetiti degli speculatori privati.

In questa operazione il governo può contare su molte complicità, da parlamentari che vogliono a tutti i costi arrivare a fine legislatura e ipotecare la futura candidatura, a sindacati che protestano a parole ma nei fatti spengono le mobilitazioni, a dirigenti dell’amministrazione scolastica che fanno pressioni sulle organizzazioni sindacali per tenere a bada le proteste. Sono molti i soggetti che dovranno assumersi la responsabilità dello sfascio della scuola.

 

Intanto il governo si disinteressa dei veri problemi della scuola. Ne è una prova, tra le tante, la mancanza di qualsiasi piano di stabilizzazione del personale ATA. Con tutte le scuole sotto organico, la Legge di stabilità impone anche il taglio di 2020 unità ATA. I dirigenti scolastici in questi anni hanno dato sfogo alla loro fantasia che si è tramutata in uno sfruttamento senza precedenti del personale ATA, ma se ci saranno ancora tagli non basterà neanche lo sfruttamento. Le nostre scuole non avranno livelli accettabili di sorveglianza, pulizia ed efficienza amministrativa.

 

Dove si vuole arrivare?

L’obiettivo è quello ribadito dalle politiche della UE, dalla spending review e da tutti i governi degli ultimi anni: la distruzione dello Stato Sociale e l’asservimento di tutta la pubblica amministrazione alle esigenze di profitto dei padroni.

 

Questi piani troveranno la netta opposizione di USB, come abbiamo chiarito avviando la mobilitazione della scuola con lo sciopero del 24 aprile scorso, come chiariremo il 25 giugno e nelle lotte che continueremo a costruire senza sosta nei prossimi mesi.