Da quanto si apprende dai mezzi di informazione il Governo sarebbe pronto a varare un provvedimento sull’anticipazione dei Trattamenti di Fine Servizio (TFS), comunque denominati, dei dipendenti pubblici, senza tuttavia modificare le norme sulle decorrenze attualmente vigenti. Come ampiamente noto, in via generale, tale anticipazione avverrebbe attraverso un prestito bancario, per una quota pari al tetto di 45.000 euro, senza penalizzazioni sugli interessi da corrispondere di cui si farebbe carico lo Stato, ma resterebbero invariati i tempi di corresponsione dell’intero TFS.
Su tale provvedimento la USB Pensionati ha già ampiamente espresso la sua contrarietà ritenendo necessario ben altro intervento.
Quello che si dovrebbe fare infatti è abolire le norme dei governi Monti L.148/2011 e Letta L.147/2013 che hanno portato rispettivamente a 27 mesi e 15 mesi il riconoscimento del TFS per i dipendenti pubblici, per cessazione dal servizio con “pensione anticipata” o per “collocamento a riposo d’ufficio per raggiungimento dei limiti di età o di servizio”, prevedendo al contempo una ripartizione negli anni delle quote di TFS da erogare, che portano la completa liquidazione del TFS fino ad un massimo di 36 mesi dall’uscita dal lavoro.
Piuttosto che pensare ad “un’anticipazione bancaria di una quota parziale del TFS” e lasciare invariate le norme citate, la USB ritiene doveroso che il governo presti attenzione e dia attuazione a quanto previsto dalla Carta Costituzionale ripristinando almeno quanto disposto dalla precedente L.140/1997 (governo Prodi) sull’erogazione del TFS, che consentiva il riconoscimento pieno del TFS decorsi sei mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro e di tre mesi per raggiungimento dei limiti di età o di servizio, salvo la corresponsione degli interessi su eventuali ritardi.
Oltre ad abolire le norme vessatorie poste dai governi Monti e Letta, l’attuale governo dovrebbe inoltre prestare attenzione al rispetto dell’equità sul piano costituzionale, disciplinando anche per i dipendenti pubblici la possibilità di fare richiesta di anticipazione del TFS per ragioni di carattere sanitario o per esigenze collegate all’acquisto e/o interventi di carattere edilizio sull’abitazione, cosi come previsto per i lavoratori privati.
Confermiamo quindi la contrarietà della USB pensionati ad interventi a rattoppo, come quelli che l’attuale governo sembrerebbe pronto ad assumere, anche in considerazione delle ingenti risorse, anche a fondo perduto, messe a disposizione in questi giorni per il sistema imprenditoriale, ricordando che il TFS, comunque denominato, è finanziato da un versamento prelevato alla fonte sulle retribuzioni dei dipendenti pubblici.
USB Pensionati