In queste ore, da parte del governo, si susseguono una serie di proposte di emendamenti sulle trivelle, che vengono continuamente modificati. Se il Ministro Costa dichiara che manterrà fino in fondo la sua posizione contro le trivelle, a costo di essere sfiduciato, il “capitano” Salvini, nel suo solito stile da propaganda dozzinale, rilancia : “Non possiamo andare in giro con la candela e accendere i legnetti; il problema dell’energia e in particolare della metanizzazione della Sardegna è una delle priorità mia e di questo Governo».
Dunque, il decreto Semplificazioni, attraverso il quale si vorrebbe vietare lo svolgimento di tutte le trivellazioni in mare (e a terra?), incluse quelle già autorizzate, ha fatto nascere una forte opposizione e la nascita dei “caschi gialli”, un movimento di opposizione a quello no triv, cui si affiancherebbero anche i sindacati confederali, che, come evidenziato in un articolo del Sole 24 Ore del 22 gennaio, pare comincino a elaborare il progetto di una manifestazione SI triv. Insomma si paventa un fronte filo-padronale, con Caschi Gialli, Lega, PD, FI, Fratelli d'Italia, sindacati confederali; tutti insieme appassionatamente, a favore delle grandi opere, delle energie fossili, dei sistemi energetici centralizzati, della devastazione totalitaria dei territori e delle comunità locali.
Atteso che, a fronte di un provvedimento annunciato di un fermo di soli 18 mesi delle ricerche (solo in mare o anche in terra?) nessun provvedimento è adottato per quelli in scadenza e per quelli già concessi, e che ci sono solo emendamenti non ancora approvati, USB ritiene inaccettabile che si continui a promuovere e tutelare modelli di sviluppo, produzione e lavoro che portano solo enormi profitti alla grande industria, accentrano ricchezze e potere, occupano militarmente i territori in nome di un astratto interesse nazionale, devastano gli ecosistemi e le economie locali, creano il ricatto salute/lavoro e solo lavoro precario, dequalificante, alienante, annullando i diritti e la dignità delle persone.
A questa barbarie, cui si prestano, colpevolmente complici, alcuni soggetti politici e alcuni che ancora si chiamano “sindacati” - qualcuno dei quali, in Basilicata, continua a concertare e a mendicare qualche posto di lavoro “precario” alle multinazionali del petrolio - USB si contrappone senza se e senza ma, a difesa delle lotte dei movimenti, dei collettivi e dei comitati e dei diritti dei territori e delle comunità, di decidere del loro futuro e della loro vita.
Di fronte ai violenti cambiamenti climatici in atto e alle devastazioni colonialiste che il capitalismo occidentale, secondo questa logica predatrice di sviluppo e sfruttamento selvaggi, sta continuando ad attuare in Africa (e ora nel Sud Italia), causa strutturale delle migrazioni umanitarie, climatiche ed economiche, USB dice NO : NO alle grandi opere, NO alle basi militari, No al nucleare, NO alle trivelle in mare e terra, NO a tutto ciò che crea guerre, devastazioni, miseria, totalitarismi, NO alla barbarie.