Il 5% dei proprietari di immobili più ricchi possiede un valore delle abitazioni pari a circa il 25% del totale.
Per una famiglia con reddito medio-basso, ci volevano 9 anni di stipendio per acquistare una casa nel 1965; nel 2011 quella stessa famiglia ha bisogno di 21 anni di stipendio.
Gli sfratti eseguiti nel 2000 sono stati 21.614, nel 2010 sono stati quasi 30 mila.
Rispetto al 2009, nel 2010 le famiglie sfrattate erano aumentate del 6,5% (più 151,2% solo a Milano) e l’83,9% degli sfratti è dovuto alla morosità: famiglie che non ce la fanno più a pagare un affitto di mercato. Tuttavia, il numero di immobili “a disposizione”, cioè vuoti, inutilizzati, è pari all’11,6% del totale e l’edilizia sociale non è più finanziata.
Nel contempo i Comuni autorizzano sempre nuove costruzioni di edilizia “libera”, in variante o all’interno di Piani di gestione del territorio votati alla crescita illimitata dei metri cubi di cemento.
L’accesso al “libero mercato” delle case è precluso a chi destinerebbe al mutuo più del 30% del reddito familiare: si tratta di un caso sempre più frequente, in particolare fra i giovani privi di un reddito certo e dignitoso.
Il 10% più ricco possiede quasi il 45% della ricchezza netta complessiva del nostro Paese; 896 miliardi di euro sono detenuti per il 15% dalla fascia di reddito più alta che rappresenta appena l’1% del totale delle famiglie italiane.
A FRONTE DI TUTTO QUESTO
il GOVERNO dei BANCHIERI
Con i decreti salva Italia cambia tutto per non cambiare nulla
e così non toccare la classe dirigente di questo paese.
Per darti ancora una possibilità
Aderisci allo sciopero generale nazionale del 27 gennaio 2012
(con manifestazione nazionale a Roma)