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Stampa locale

NON PERDONO MAI IL VIZIO

Cagliari,

Pensioni BANCOMAT

Cambiano i governi, ma non la loro propensione a sforbiciare le rendite di chi dopo una vita di lavoro pensava di meritare una serena vecchiaia garantita da una pensione dignitosa.

I pensionati, come categoria, continuano ad essere considerati un facile bancomat dal quale i governi possono attingere tranquillamente per portare avanti le loro politiche.

 

In campagna elettorale avevano dichiarato che avrebbero cancellato la legge Fornero, invece è ancora al suo posto, un po’ rimaneggiata, ma sempre al suo posto. Peggio! la “cancellazione” ha partorito la famigerata “quota 100” che a tratti risulta essere peggiore della Fornero, e, per di più è stata prevista la copertura solo per un anno (il 2019), quindi per gli anni successivi bisognerà trovare le somme aggiuntive e temiamo che queste somme saranno prelevate col solito “bancomat.” Adesso ricopiando uno spartito tante volte sentito parlano di introdurre un contributo di solidarietà sulle “pensioni d’oro” quelle per intenderci, che superano i 4.500 euro netti al mese (90 mila euro lordi all’anno; Se pensassimo veramente che queste sarebbero le reali intenzioni non avremmo nulla da dire, temiamo, invece, che questa operazione fungerebbe da “cavallo di Troia” per introiettare un abbattimento del 25/50 per cento dell’adeguamento del costo della vita per le pensioni superiori alle 2.500 euro netti mensili, ipotesi questa allo studio è molto più probabile e forse alla fin fine anche l’unica rispetto all’intervento sulle “pensioni d’oro” poiché darebbe un gettito ben maggiore rispetto al contributo di solidarietà delle pensioni d’oro. Siamo certi che questo sarà il primo passo per colpire dopo tutti gli altri pensionati con assegni ben al di sotto di questi.

Conoscendo la nostra classe politica, nonostante le dichiarazioni giornaliere urlate da certi componenti del nostro governo, anche questa volta obbediranno alle imposizioni della Unione Europea, loro vero padrone, e tartasseranno pensionati e lavoratori.

 

Un simile provvedimento farebbe risparmiare alle casse dello stato circa 250 milioni di euro all’anno, una inezia rispetto ai 68 milioni di euro che spendiamo ogni giorno (si proprio ogni giorno) per la “difesa”, spedizione di militari all’estero, acquisto di armi, aerei F 35, ecc. Risparmiando, dunque, l’equivalente di quanto si spende in soli 4 giorni per la difesa otterrebbero la stessa cifra senza tartassare milioni di pensionati.

 

Da circa 20 anni a questa parte a seguito delle numerose indicizzazione sui loro assegni eseguiti solo per raccattare denaro alle loro spalle, i pensionati hanno perso il 20/30 per cento del loro potere d’acquisto. Il blocco delle perequazione del 2012 ha prodotto una perdita di 3,9 miliardi e nel 2013 una perdita di 4,5 miliardi, il taglio medio mensile varia da 103 a 306 euro mensili, perdite che si trascineranno per tutta la vita, anche per gli eredi in caso di pensione di reversibilità.

 

MA NON BASTA !

Le pensioni subiscono anche una tassazione superiore a quella dei lavoratori “attivi” di fronte ad un reddito di 15.000 euro annui, se questo è uno stipendio di un lavoratore dipendente l’Irpef è pari a 1.886 €, mentre per la stessa cifra proveniente da pensione l’imposta è di 2.153 €, questa maggior tassazione, ben 267 €, della pensione è dovuta al fatto che ai pensionati non viene effettuata la detrazione da lavoro dipendente. Cornuti e bastonati.

 

MA NON BASTA ANCORA !

Negli altri Paesi europei i pensionati vengono tassati molto meno. A fronte di una pensione annua di 19.790 € lordi e non netti, in Italia si pagano 4.000 € di Irpef (aliquota del 20%), mentre in Spagna è pari a 1.800 € (9%), nel Regno unito è pari a 1.500€ (7,57%) in Francia è 1.000 € (5,05%) ed infine in Germania è pari a 39 € solamente lo 0,20%.

 

BASTA NON POSSIAMO PIÙ STARE CON LE MANI IN MANO

I PENSIONATI HANNO GIÀ DATO, È ORA DI DIRE BASTA

RIBELLIAMOCI.