Oggi, 8 luglio, presso la sala “Mancini” della Direzione generale si è svolta una videoconferenza sulla nuova procedura “DURC on line” alla presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Enrico Giovannini.
Al termine dell’incontro il ministro ha ricevuto una nostra lettera che abbiamo fatto pervenire al tavolo della videoconferenza e che riportiamo di seguito:
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali Prof. Enrico Giovannini
Gentile Ministro
Le leggi approvate dal Parlamento Italiano negli ultimi due anni: L.183/2011, L.214/2011, L.44/2012, L.92/2012, L. 95/2012, L.228/2012 hanno chiesto all’INPS un taglio strutturale delle sue spese di funzionamento, ed una riduzione dei cosiddetti consumi intermedi, per un importo complessivo che supera i 530 milioni di euro nel triennio.
Per rispondere a tale obbligo l’Istituto è stato costretto a ridurre i servizi erogati alla propria utenza ed oltre 16 milioni di cittadini hanno ad esempio dovuto, e dovranno per il futuro, ricorrere anche in modo oneroso ai CAF, ai Patronati o ai Commercialisti, per ricevere il proprio CUD e predisporre la dichiarazione dei redditi, a causa del taglio di circa 90 mln delle spese postali.
Pur mantenendo alto il presidio sul controllo, l’INPS ha dovuto ridurre le visite mediche fiscali sulla malattia, per un abbattimento della spesa di oltre 28 mln, determinando tuttavia inevitabili ritorni negativi sull’attività e sui compensi dei medici adibiti a tale funzione.
La stessa attività informatica, su cui si fonda tutto il progetto di rinnovamento organizzativo e funzionale dell’INPS avviato ormai da anni, è stata ridimensionata per un taglio delle risorse pari a 122 mln.
Provvedimenti che, insieme agli altri, incidono quasi per il 50% sulle spese di funzionamento e rischiano di produrre un progressivo svuotamento delle funzioni e del ruolo dell’INPS, proprio in un momento in cui l’Istituto è chiamato a sostenere con il suo intervento, la difficile situazione economica e sociale che il Paese sta attraversando.
Recentemente, il Collegio dei Sindaci dell’INPS si è inoltre reso protagonista di un’interpretazione delle norme che potrebbe determinare un taglio, per oltre 94 mln, del fondo incentivante l’attività di produzione dell’Istituto, con il rischio di abbattere le retribuzioni dei lavoratori per circa 4.000,00 euro l’anno, mentre è in atto un difficile processo d’integrazione e riorganizzazione a seguito della soppressione dell’INPDAP e dell’ENPALS, e contestualmente viene confermato il blocco del rinnovo dei contratti nazionali.
La ormai prossima attuazione del processo di individuazione degli esuberi e del collocamento a riposo o in mobilità di circa 3.000 lavoratori, pari al 50% dell’intero obiettivo fissato dall’intervento legislativo per l’intera P.A., inciderà inoltre pesantemente sugli organici dell’Istituto, mai reintegrati per il protrarsi del blocco delle assunzione e del turn over, determinando un aumento non più sostenibile dei carichi di lavoro e grandissime difficoltà per quei dipendenti, inseriti tra gli esuberi, che saranno costretti a ricongiungere in modo oneroso la contribuzione, già versata, per importi assolutamente insostenibili.
Un problema quest’ultimo, a cui il precedente Governo ha risposto solo parzialmente, che riproponiamo alla sua attenzione visto che, ancora oggi, tale difficoltà coinvolge non solo i lavoratori e le lavoratrici dell’INPS ma alcune migliaia di altri lavoratori che, a causa della mobilità o delle riorganizzazioni aziendali pubbliche e private, hanno versato i contribuiti in diverse casse pensionistiche e si vedono ora costretti, per raggiungere il pensionamento, a ricongiungere onerosamente i periodi per i quali hanno già effettuato i versamenti dovuti.
Di fronte a tale difficilissima situazione che coinvolge l’Istituto, oggi di fatto unico soggetto pubblico erogatore delle prestazioni previdenziali e del welfare del Paese, ed i suoi lavoratori, la USB ha messo in atto una serie di iniziative che hanno portato alla dichiarazione ed alla effettuazione di uno sciopero dei dipendenti dell’INPS il giorno 3 Luglio, ultimo scorso, determinando in molte regioni la chiusura delle sedi operative.
Si invita pertanto la S.V. ad impegnare la sua certa disponibilità ed il suo contributo per stimolare il Governo a trovare le più utili e rapide soluzioni a quanto richiamato sopra.
Tuttavia, nel perdurare dell’attuale situazione, la USB si vedrà costretta a continuare anche per il futuro a promuovere e sostenere tutte le iniziative che si renderanno necessarie a difesa dello stato sociale, contro ogni logica di privatizzazione delle funzioni della P.A., a tutela dell’Istituto e dei suoi lavoratori.
Roma, 8 luglio 2013