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Comunicati Stampa

#NONSIAMOMANICHINISEXY. TRASPORTO AEREO: OGGI FLASH MOB LAVORATRICI AEROPORTUALI

Fiumicino,

Teatro, musica e denunce contro lo sfruttamento delle donne nei luoghi di lavoro

 

COMUNICATO STAMPA

 

Sotto lo sguardo dei viaggiatori in partenza all’aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino, l'Unione Sindacale di Base, insieme  alle lavoratrici aeroportuali, ha dato vita questa mattina ad flash mob di teatro, musica e denuncia: #Non siamo Manichini Sexy.

 

La giovane attrice di teatro Vanja Martini, in sottoveste nera e manette ai polsi, ha recitato un monologo sullo sfruttamento delle donne ed un gruppo di lavoratrici, con cartelloni contro la violenza sulle donne e per la dignità del lavoro, ha rappresentato il mondo aeroportuale e le difficoltà della condizione dentro Fiumicino.

 

"L’aeroporto di Fiumicino sta diventando un grande centro commerciale, in cui i diritti sono sempre più al ribasso; una fabbrica di precarietà, in cui si sono persi oltre 10.000 i posti di lavoro e le donne sono le più colpite, perché esodate e perché madri”, ha denunciato durante l’iniziativa Susi Ciolella, dell’USB Lavoro Privato.

 

“Le donne sono anche le lavoratrici a minor costo, con part time obbligatori, sottoposte a continui ricatti per mantenere le proprie tutele ", ha aggiunto la sindacalista USB.

 

Attorniata delle lavoratrici con tamburelli e nastri colorati, la giovane cantante Virginia Casagrande ha poi eseguito "Ebano" dei Modena City Ramblers, per denunciare la violenza e lo sfruttamento subìto da troppe donne immigrate.

 

"Siamo donne che lottano, ogni giorno per i propri diritti, per il welfare e per la dignità del lavoro. Donne coraggiose come Valentina, lavoratrice aeroportuale, che dopo l'incendio del 7 maggio continua a stare male e combatte per avere giustizia",  ha denunciato Elena Casagrande, lavoratrice e sindacalista USB.

 

“Le aziende ci vogliono belle, taglia 38, sexy, con il rossetto rosso obbligatorio, e invece ci avranno determinate e pronte a lottare per i nostri diritti.  E se ci discriminano perché madri, noi lotteremo ancora di più per difendere i nostri figli e il loro futuro”, ha concluso Elena Casagrande.